Grazie a due coniugi milanesi,
Alessandra Cusan e Luigi Fazzo, anche in Italia sarà possibile dare il cognome
della madre ai propri figli, lo ha stabilito la Corte Europea dei diritti
dell’uomo di Strasburgo che ha condannato lo Stato Italiano per aver violato i
diritti dei due coniugi che si sono visti negare dall’Anagrafe Comunale la
registrazione del cognome materno per i propri figli.
Tutto inizia il 26 aprile 1999,
giorno in cui Alessandra e Luigi, (desidero
chiamarli affettuosamente con il loro nome
per non incorrere in qualche lapsus, visto l’argomento!!!), diventano i
genitori di una splendida bambina. Di solito, nell’attesa del lieto evento, una
normale coppia si pone il problema di quale nome attribuire alla futura
primogenita (la chiameremo Luigia o
Marta? Genoveffa o Ermenegilda?) loro no!
Alessandra e Luigi avevano già in mente
il nome: “Maddalena”; il problema per
loro era quale cognome attribuirle. Perché non darle il cognome materno?
Fico!?! Dai diamole il cognome materno, “Cusan”…Maddalena Cusan , suona bene e
poi …vuoi mettere l’originalità?!
Massì… , pur conscio delle
difficoltà procedurali che la novità avrebbe sollevato, Luigi , da buon
milanese, tira dritto per la sua strada, se la và… la g’ha i gamb (che in italiano suonerebbe: se mi riesce
l’ho azzeccata) e così corre subito all’Anagrafe
e chiede all’ impiegato di voler dare il
cognome della madre alla sua primogenita. La risposta, naturalmente è un NO chiaro netto
e preciso, il buon Funzionario comunale ligio alle regole è perentorio. Ed è
questo il preciso momento in cui parte
la storia irta di ostacoli, ricorsi, attese e rinvii che avrebbe stroncato chiunque ma non
Alessandra e Luigi i nostri eroi. Certo l’ho un pò romanzata e caricaturata ma
il nocciolo della storia è chiaro, grazie alla forza d’animo, alla tenacia e
alla combattività di due coniugi milanesi (quattordici anni di carte bollate
non sono pochi), oggi in Italia possiamo “sperare” di avere il sacrosanto
diritto di attribuire il cognome che ci pare ai nostri figli. Certo siamo
ancora ai primi vagiti di un provvedimento che l’Italia è ora obbligata ad
affrontare (dovranno essere riesaminati i vari aspetti civilistici e legislativi) resta da vedere in
quanto tempo e come la classe politica affronterà il problema e,
soprattutto, come la burocrazia
assorbirà la novità. Su tale aspetto permettetemi di essere un po’
scettico (per restare in tema, ricordo
che in Italia, “solo formalmente” esiste anche la possibilità di poter dare il
cognome di entrambi i genitori, uso l’avverbio “formalmente” perche l’iter procedurale da seguire è
così poco chiaro ed inefficace da far
desistere chiunque a portare avanti una simile richiesta). Resta il fatto che
la battaglia portata avanti dai due coniugi milanesi è un piccolo passo avanti
verso lo sgretolamento (si spera) di quel gigantesco, pesante e
tentacolare monolite chiamato
burocrazia. Grazie Alessandra e Luigi.