Si chiama Kepler 452b e somiglia tantissimo alla nostra
vecchia terra. E’ l’ultimo dei 4600 pianeti scoperti dagli scienziati che ha
destato un certo clamore per via delle sue caratteristiche. Pare che abbia un
sole come il nostro, che vi sia acqua allo stato liquido e che vi siano le
condizioni ideali per la vita; insomma un clone, un po’ più grosso, circa il
60%, della nostra amata Gaia. Cosa comporterà questa scoperta? Cosa succederà al
nostro vivere quotidiano?
“Na beneamata minchia” direbbe Cetto La Qualunque.
E non è detto che il sottoscritto la pensi diversamente,
magari con una punta di scetticismo.
Cominciamo col dire che la distanza tra noi e i supposti
kepleriani quattrocentocinquantaduesimi di serie “b” (è il termine che trovo
più appropriato, visto l’asettico nome scelto dalla NASA) è piuttosto
considerevole; si parla di 1400 anni luce. Per cui, mettiamoci l’animo in pace
perché, a meno che qualche altro scienziato non inventi, nel giro di pochissimi
mesi, una navicella ultraveloce capace di triplicare la velocità della luce,
non riusciremo mai a raggiungerla.
Fissato questo paletto, basiamoci sulle notizie trionfalistiche, attribuite all’Agenzia
Spaziale americana.
Sembra, pare, si dice che ….. sia un pianeta roccioso, ricco
di ghiacciai e di acqua allo stato liquido, (un Trentino Alto Adige over size),
che la distanza con il suo sole (la stella 452 appunto) sia tale da favorire lo
sviluppo di forme di vita assai simili alle nostre, che la sua rotazione
completa attorno alla sua stella sia di 380 giorni (solo 15 giorni in più
rispetto alla nostra). E fin qui la speranza di avere nostri simili aldilà
dello spazio è intatta.
Epperò ….c’è un però !! E’ possibile replicare a tale tesi? Ci
sono riscontri tangibili tali da dimostrare l’inconfutabilità della notizia
data con tale enfasi?
E’ più forte di me, non riesco proprio ad ingoiarla la
notizia quando è parziale. Ripeto lasciamo perdere la
distanza (talmente grande da non permettere a nessuno di fare un viaggio di
andata e ritorno per poter confermare o meno ciò che fino ad oggi si dice) e
veniamo ai fatti.
La scoperta si deve all’osservazione fatta da una sonda
(chiamata “keplero”, da qui il nome) che, seppur fuori servizio dal 2013 e costretta
ad operare con un difetto al sistema di puntamento, da distanza siderale, con i
suoi occhi supertecnologici, attraverso complessi calcoli spettroscopici (che
noi miseri tapini non capiremo mai, ma che sono gli unici che ci propinano), ha
stabilito che il nuovo pianeta rientra nei canoni di un pianeta extrasolare
simile alla terra.
In sostanza da una foto ci si è ricamato su, senza
considerare almeno due piccoli particolari: l’atmosfera e la temperatura.
Premesso che non sono uno scienziato (lo si era capito) so
però, per averlo sentito da qualche parte, che per respirare, noi umani, molto
terrestri, abbiamo bisogno di una miscela composta da ossigeno (poco) e azoto (tanto)
in un’esatta percentuale al cui variare subiamo conseguenze spiacevoli e che la
temperatura del nostro corpo è molto sensibile al clima circostante. Due
particolari questi che non sono stati tanto reclamizzati.
Si dirà, ma esistono altre forme di vita! Anche sulla terrà
ci sono microorganismi che riescono a vivere in situazioni estreme. Vero, ma la
notizia, così come è stata reclamizzata, ci ha indotto a pensare ciò che tutti
intimamente speravamo di sentire:
Insomma è stata lanciata una bomba mediatica nel mondo scientifico capace di
sconvolgere tutte le nostre certezze sull’origine della vita.
Ora i casi sono due: o la notizia è vera, oppure, la NASA, d’accordo o meno con i media, ha voluto scioccare il
mondo intero allo scopo di reperire quei fondi che ultimamente scarseggiano
nelle loro casse.
Sia come sia, nell’attesa, preferisco ancora vedere ET e fantasticare guardando le stelle.
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