Sono qui, sotto l'ombrellone, e, mentre ammiro ciò che mi circonda, sarà per il caldo, sarà perché obiettivamente non ho un belino da fare, ecco che una domanda turba i miei pochi neuroni, messi a riposo per non turbare la quiete della mia siesta ad occhi aperti: perché sono qui?
Non fraintendete, amo le vacanze, il mare, il sole, ma, forse perché animato dalla curiosità del comportamento umano, sento l'esigenza di trovare una motivazione sul perché si va in vacanza.
Il paesaggio estivo non cambia mai, bambini che si crogiolano nell'acqua, genitori, attenti, che scambiano qualche impressione sul tempo in riva al mare, ragazzi che giocano, che passeggiano, che si divertono. Ombrelloni multicolore che chiazzano la sabbia bianca e fanno ondeggiare i loro tessuti all 'unisono al minimo accenno di vento. Racchette, secchielli e palloni e chiacchiere, tante chiacchiere che si librano, trasportate da quell'impercettibile corrente d'aria che ti regala quella sensazione di fresco appena esci dall'acqua. È un copione che ogni anno va in scena senza soluzione di continuità la cui fine è sempre suggellata da strette di mano e abbracci e appuntamenti per il prossimo anno. Se dovessimo, per un istante, fermarci a riflettere sul nostro vivere l'estate, a primo acchito troveremmo questo periodo monotono e piatto.
Piantiamo un ombrellone, piazziamo le nostre seggiole, un tuffo, quattro chiacchiere con i nostri vicini, la compagnia di un libro e poi a casa, contenti della nostra abbronzatura e di aver riempito il tempo. Eppure, sempre immerso nelle mie elucubrazioni mentali, cerco di trovare un perché alla mia domanda iniziale, e scavando nei rivoli delle tante possibili risposte ecco che trovo la soluzione.
È l' "attesa" l'elemento che cercavo, la molla che ogni anno mi spinge ad essere l'involontario attore di un film prevedibile nella sua conclusione. È l'attesa di un evento, di un incontro, di un'amicizia che mi porta a rifare sempre le stesse azioni. E infatti, puntuale come un orologio, ecco che ogni anno la sorpresa è dietro l'angolo, pronta ad essere custodita nei ricordi da raccontare agli amici più cari in una sera d'inverno. La pesca di un grosso pesce, la storica cena, una canzone, l'uscita in barca, la nascita di una nuova amicizia e, perché no, anche la fine. Insomma sono qui, sotto l'ombrellone, felicemente soddisfatto di aver dato un senso a questa vacanza e in trepidante attesa di quel l'evento che mi farà sussultare il cuore e che mi farà dire: "peccato che l'estate duri così poco".