Tra pochissimi giorni, salvo intoppi, avremo un nuovo
governo guidato dall’uomo della provvidenza, il sindaco Renzi (l’ennesimo dopo
Berlusconi, Prodi e Monti).
Le premesse sono le solite: sarà l’uomo che scalzerà le
vecchie cariatidi della politica, quello che metterà fine alle ingiustizie
sociali, che darà una marcia in più alle
riforme sul lavoro, che abbasserà le tasse e farà partire l’economia, quello
che farà cessare le alluvioni e i terremoti ecc. ecc.
Aldilà delle motivazioni politiche il messaggio che passa è
che, per risolvere i problemi e risalire la china, basta una sola persona, purché
dimostri efficienza, affabilità, decisionismo e, soprattutto un’ ottima
dialettica.
In sostanza siamo ancorati al “personaggio” più che al
“gruppo” o ad un insieme di teste pensanti.
Il partito, movimento
o come volete chiamarlo non esiste più. Le idee, i concetti, le speranze dei
molti, delle tante persone che vivono e
si impegnano per la gente tra la gente, sono ormai
sintetizzati e concentrati in un’unica “persona” che pretende di racchiude in
se “il verbo”.
E’ dalla nascita di questa Nazione che portiamo sulle spalle
questo retaggio, prima avevamo il re, poi il dittatore, poi l’imprenditore,
seguito dal professore per poi arrivare al sindaco. E’ sempre “uno” quello che
decide, disfa, comanda e impartisce direttive. E’ sempre quell’ “uno” che
rappresenta un partito, un movimento, un’aggregazione.
Uno è sinonimo di isolamento, di individualismo, di
chiusura. Persino i partiti recano il nome dell’”uno”.
Neanche tanto tempo
fa i nostri padri ci avevano insegnato che il partito era un “mezzo”, non una
proprietà. Era il “centro” di aggregazione delle tante persone animate da buoni propositi e buona volontà che
cercavano di dare risposte ai problemi della gente facendosene carico e
portandole all’attenzione dei dirigenti nazionali che avevano l’obbligo di farne un obiettivo
da perseguire. La linea era dettata dalla gente e non da “un” personaggio.
Oggi siamo legati ad una curiosa idea di fare politica, non
è “il mezzo” per razionalizzare e risolvere i problemi della società, ma una
fede, quasi una religione alla quale legarsi indissolubilmente in maniera
assoluta, senza alcuna voglia di ragionare e confrontarsi con gli altri di
opposta fazione per il bene comune.
Chissà perché vedo questi partiti come squadre di calcio, i
cui componenti più che rappresentanti mi sembrano tifosi e come tali faziosi e privi
di obiettività. Vedo una sorta di idolatria verso il proprio capitano (l’uno) e
tutto quello che Lui esprime è “verbo” inappellabile, definitivo e
indiscutibile.
Un esercito di tifosi che parlano come Lui (li vedete nelle
interviste ripetere come un mantra le stesse parole e gli stessi concetti già espressi
dal loro “leader”), vestono come Lui e decidono come Lui esige.
Ma la gente che rappresentano che ruolo ha in
tutto questo? Niente!! Sono solo elettori chiamati alle urne nei momenti
cruciali ai quali basta solo “promettere” quello che voglio sentirsi promettere
(lavoro, aumenti di stipendi, riduzione delle tasse e aumento di pensioni). Dopodiché non servono
più…tanto l’elettorato dimentica presto.
Per il resto è solo battaglia quotidiana (in tutti i sensi….
) si accusano a vicenda, vivono per conservare poltrone o per crearne di nuove e proteggono lobby.
E’ questa la politica? cito dalla Treccani: la politica è “la
scienza e l’arte di governare, cioè la teoria e la pratica che hanno per
oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e la
direzione della vita pubblica”.
Vi sembra rispecchi quello che giornalmente
vediamo?
Spero tanto si ritorni alle origini,
alle vecchie e care sedi di partito sparse per ogni città o paese dove il
pensionato, la studentessa, il disoccupato o il lavoratore o la lavoratrice si
ritrovavano e discutevano dei problemi della gente con chi avevano eletto o con
i loro rappresentanti. Si viveva la politica e la si respirava insieme ed
insieme si creava una direttrice da seguire.
Una politica dalla periferia al
centro e non viceversa.
Chiedo troppo? Forse … tra non molto, però, avremo la possibilità di vedere se tutto
questo cambierà, se le promesse e premesse verranno mantenute, se i vari
partiti, partitini e movimenti vari avranno la capacità e la determinazione di
cambiare le cose in nome del bene comune mettendo da parte tifo e faziosità (riforma
elettorale e legge costituzionale saranno priorità irrinunciabili).
L’ennesimo “personaggio” è sulla rampa
di lancio, basterà da solo a migliorare
il nostro vivere quotidiano?
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