Qualche tempo fa mi sono
occupato dell’etichettatura dei cibi in vendita nei Paesi
del Nord Europa ed in particolare di quelli riportanti il cosiddetto “bollino
semaforico”, http://parsifran.blogspot.it/2013/12/bollino-tavola-molto-british.htm in origine un fenomeno del tutto inglese, ma poi esteso ad altri Paesi della stessa
area geografica.
In breve le legislazioni
di questi Stati (tra cui l’Olanda, la Scandinavia e, appunto, il Regno Unito) hanno
imposto alle industrie di generi alimentari e della distribuzione l’obbligo di
etichettare preventivamente i cibi con queste particolari etichette così da
permettere al consumatore “nord-europeo” di valutare, in un batter d’occhio, se il cibo che si sta scegliendo sia ricco, ad
esempio, di zuccheri oppure di grassi piuttosto che di sale.
All’epoca avevo paventato,
ma non solo io, che dietro la giustificazione di natura salutistica si celasse,
in realtà, una sotterranea guerra di
natura commerciale tesa a indebolire le economie di quei paesi del Sud Europa
(tra cui la nostra Italia) produttori di eccellenze in campo alimentare e di
conseguenza rafforzare il consumo dei loro prodotti interni, altrimenti
soccombenti.
Ritengo sia superfluo
ribadire l’assoluta “parzialità” dell’etichettatura attraverso l’uso dei colori
rosso, giallo e verde (appunto come un semaforo) per indicare, ad esempio, il
contenuto dei grassi in una bottiglia di olio extravergine d’oliva, come del
sale in un ottimo prosciutto crudo.
Ora qualcosa deve essersi
mossa se è vero che alcuni Paesi dell’area Mediterranea dell’Unione Europea
hanno deciso (finalmente) di far sentire le proprie rimostranze, contro questa
pseudo barriera commerciale innalzata a forza di etichette che nulla hanno a
che vedere con la difesa della salute del consumatore.
L’uso di queste etichette
induce a pensare più di “pancia” (per restare in tema) che di testa, è
fuorviante appiccicare un bollino rosso ad una boccetta di ottimo aceto
balsamico di Modena solo per il quantitativo di zuccheri contenuti; è logico
che il consumatore distratto davanti allo scaffale preferisca un anonimo aceto
di vino etichettato con un bollino verde piuttosto che un prodotto di
eccellenza.
Finalmente è di questi
giorni la notizia che la Commissione Europea ha deciso di avviare una procedura
d’infrazione nei confronti dei Paesi che utilizzano questo assurdo bollino
semaforico, in primis il Regno Unito. Firmatari del provvedimento 18 Paesi UE
tra cui l’Italia.
E’ innegabile come la
produzione agroalimentare Made in Italy, per la sua diversità, originalità, genuinità
ed eccellenza sia oggetto di desiderio di aziende straniere (ormai
tese, soprattutto in questo difficile momento economico, ad acquisire
partecipazioni societarie dei nostri marchi alimentari, con conseguenti
delocalizzazione di produzioni ed uso di materie prime differenti) o vittima molto
spesso di contraffazioni.
Almeno su questo fronte, cari politici e cari media, facciamo sentire le nostre ragioni, non solo attraverso la minaccia di infrazioni ma educando i consumatori, tutti i consumatori, compresi quelli del Regno Unito e dintorni, a far comprendere loro che non basta un bollino colorato per tutelare la propria salute se non migliorano la loro conoscenza alimentare e non curano un perfetto stile di vita.
Almeno su questo fronte, cari politici e cari media, facciamo sentire le nostre ragioni, non solo attraverso la minaccia di infrazioni ma educando i consumatori, tutti i consumatori, compresi quelli del Regno Unito e dintorni, a far comprendere loro che non basta un bollino colorato per tutelare la propria salute se non migliorano la loro conoscenza alimentare e non curano un perfetto stile di vita.
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