Una delle infinite probabilità
che il nostro vivere quotidiano può (purtroppo) riservarci è la possibilità di
incrociare persone che, sfruttando la loro posizione dominante (in campo
lavorativo, sociale, sportivo, politico ecc.) possono rendere le nostre
giornate un inferno o comunque degne di “non” essere ricordate, specialmente in
questo particolare periodo post feriale.
Tali individui, spesso arroganti,
a volte caratterizzati da grettezza d’animo e approfondita ignoranza, facendo
leva sul loro “status”, hanno la capacità di suscitare, nei confronti dei malcapitati,
(volgarmente chiamati, “impiegati”, “dipendenti”, “collaboratori”, “sottoposti”,
“statali” ecc.), profondi sentimenti di rivalsa e persistenti note di biasimo,
molto spesso immaginifiche di situazioni connotate da una discreta voglia di vendetta.
Naturalmente non mi riferisco alle
vittime di “stalking” o ad altri tipi di maltrattamento più o meno gravi, (la
cui analisi richiederebbe un’approfondita preparazione di natura antropologica,
psicologica, sociologica e legale, che personalmente non posseggo) né,
tantomeno, intendo passare per assertore dell’assioma: il “capo è stronzo a
prescindere”. Ho voluto, soltanto “caricaturare” coloro che, avendo un gradino
più alto di responsabilità, credono di nascondere la loro inferiorità
intellettuale trincerandosi dietro la loro posizione privilegiata (non
ammettendo errori di sorta e comunque negando qualsiasi interlocuzione altrimenti
considerata “ricatto”) e, nel contempo, perorare la causa di quelle persone che,
per indole, autocontrollo o, più ragionevolmente, per educazione e “sopravvivenza”,
riescono con tanta fatica a far rientrare nell’alveo dei desideri indicibili
ciò che realmente pensano di questa gente con la quale, loro malgrado, sono
costretti a convivere.
L’intento è quindi
quello di esorcizzare questo istinto di “ribellione” e “cattiveria”, (anche e
soprattutto per evitare spiacevoli situazioni di dissidio nei rapporti
interpersonali altrimenti irrecuperabili), creando un ipotetico elenco di desideri
indicibili, aperto anche ad eventuali ulteriori contributi esterni. Ovviamente,
essendo un uomo, ho immaginato l’E.S. (Essere Supremo) appartenente al genere
dei maschietti, magari appassionato di politica e sofferente di onnipotenza, ma è facilmente modificabile a seconda delle
esigenze.
In tal senso ho cercato di
rendere visibili questi desideri formulando una semplice domanda: Cosa vorremmo augurare al nostro piccolo
“Essere Supremo” quando, con la sua innata facilità riesce a far “girare” il
verso della nostra giornata, e non solo quella, da brillante e positiva a
cattiva e deprimente? Le tante risposte
che ho raccolto da un piccolo campione di amici e colleghi sono variegate.
Queste sono quelle che, per
motivi di spazio, ho ritenuto degne di essere elencate e condivise:
patire un improvviso e
fastidiosissimo prurito sotto la pianta dei piedi mentre sei sul palco ed
illustri ad una platea di gente importante, che ti guarda ed ascolta in
religioso silenzio, la relazione sull’andamento aziendale;
controllare tutto dall’alto della
tua mega scrivania, facendoti passare per responsabile super oberato di lavoro, mentre azioni, involontariamente,
il volume del tuo p.c. al massimo durante la visione di un porno;
subire un improvviso bisogno di fare
pipì durante la tua prima cena galante con la tua Lei e non riuscire più a
resistere allo stimolo mentre, dopo tanto corteggiamento, decide di confidarti il
suo segreto più recondito;
riuscire, comunque, con una scusa
plausibile ad andare in bagno e accorgerti che ce ne sono quattro in fila prima
di te;
a mali estremi trovare,
nonostante tutto, un angolino nascosto nel giardino e accorgerti che la lampo
del pantalone è incastrata;
da fumatore incallito, quale sei,
essere capace di sgattaiolare attraverso un’uscita secondaria da una importante
riunione, in corso da ore, per assaporare una sigaretta ed accorgerti che l’accendino
non funziona;
un improvviso e violento starnuto
mentre sorseggi lo spumante servito per il 1° compleanno della figlia del Capo Supremo inondando gli invitati di
vino e bollicine, tra cui il vestito nuovo e preferito della moglie del Capo
Supremo;
confidare ad una persona appena conosciuta
durante una festa privata che la casa è arredata in modo pacchiano e priva di
stile e scoprire che l’interlocutore è il proprietario;
riuscire ad invitare, dopo un
lungo corteggiamento, la Lei dei tuoi sogni ad una serata al cinema per la
visione di un thriller e, mentre il tuo braccio si poggia timidamente sulla sua
schiena, subire un attacco improvviso di flatulenza proprio durante la scena
del film in cui il volume si abbassa repentinamente;
entrare in un locale alla moda e
accorgerti di aver pestato l’escremento di un cane con problemi intestinali
quando noti che tutti ti evitano;
uscire dal locale alla moda e
cercare di liberarti del fardello maleodorante utilizzando il tappetino di
ingresso di un locale vicino e accorgerti, dopo due tre strisciate, che il proprietario, un omone di 2 metri per di
100 kg di peso, noto per la sua permalosità,
è dietro alle tue spalle ad osservarti;
leggere il giornale ad alta voce
in ufficio credendo che il titolo: “Razzi su Israele” si riferisca al noto
parlamentare che ha da ridire anche sulla politica estera;
diventare l’involontario
bersaglio degli escrementi corrosivi di un gabbiano nottambulo con problemi
gastrici, appena scendi dall’auto in smoking per assistere alla “prima” teatrale
della stagione;
intervenire, senza essere
invitato, nella discussione tra colleghi
che parlano di gechi (lucertoline notturne) rendendoti disponibile a partecipare
ad un eventuale colletta di sostegno per aiutare eventuali associazioni di non
vedenti.
Come si legge il corollario
augurale di eventi non proprio felici è vasto e variegato e potrebbe proseguire
all’infinito, pertanto mi fermo qui, non senza aver ringraziato i soliti amici
per la squisita collaborazione.
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