Non molto tempo fa ho dedicato un post alla mia amata Genova e alla sua meravigliosa gente dal titolo "Genova per noi." Voleva essere una ringraziamento ed insieme una carezza ad una città che mi ha accolto come un figlio e regalato indimenticabili momenti . Oggi che la "Superba" è balzata agli onori della cronaca per essere stata ferita dai capricci della natura ma soprattutto sfregiata dall'incuria della solita cricca di incompetenti e cattivi amministratori, oggi che i suoi figli piangono per la perdita delle loro attività, dei frutti dei loro sacrifici, delle loro case, oggi che la  rassegnazione e la rabbia sono sentimenti univoci e inscindibili, oggi più che mai sento il bisogno di stare accanto alla mia Genova ed è per questo che ripropongo e dedico alla città il mio vecchio post nella convinzione che presto i veri "zeneisi" riusciranno a rialzarsi da questo ennesimo triste evento, senza aspettare le solite promesse che i nostri politici sono soliti annunciare. 
Genova per noi........
   
Genova al mattino è una striscia di fugàssa accanto al cappuccino; è il via vai dei bus pieni di studenti e impiegati che animano Brignole; è via San Vincenzo che sonnacchiosa apre le serrande dei suoi bar; è la stretta discesa di vico Casana che ti accoglie al suo interno avvolgendoti in un misto di profumi di caffè e briosce e che ti accompagna fino in fondo per poi sorprenderti, inaspettatamente, con l’odore forte e acre dei fumi provenienti da una tripperia;
Genova per noi........
Genova al mattino è una striscia di fugàssa accanto al cappuccino; è il via vai dei bus pieni di studenti e impiegati che animano Brignole; è via San Vincenzo che sonnacchiosa apre le serrande dei suoi bar; è la stretta discesa di vico Casana che ti accoglie al suo interno avvolgendoti in un misto di profumi di caffè e briosce e che ti accompagna fino in fondo per poi sorprenderti, inaspettatamente, con l’odore forte e acre dei fumi provenienti da una tripperia;
Genova di giorno è il pullulare dei motorini, è il
via vai degli autobus, è il gioco dell’acqua della grande fontana di Piazza de
Ferrari, è l’elegante e severo Palazzo della Borsa con i suoi colonnati  ad arco e i suoi marmi calpestati dal continuo passaggio di persone che vanno sempre
di fretta con le loro borse apparentemente piene di documenti; è l’austera ed
elegante Galleria Mazzini,
è Boccadasse che baciata dal sole mostra i suoi cangianti colori; è
Corso Italia di domenica con le sue austere ville e la sua lunghissima
passeggiata pullulante di gente, di passeggini, di coni gelato e di venditori
ambulanti di palloncini colorati; è lo scirocco che porta la "maccaja” che copre per metà la vecchia
“Lanterna”; è un piatto di trenette al pesto, è il suono della sirena di una nave
che arriva in Porto, è il verde del basilico (baxaico’), è un
vecchio camallo in pensione che aspetta il suo gotto de gianco con un piattino
di frisceu sul bancone di un bar di via Sottoripa. Zena è un pullulare di luci,
colori, sapori e profumi che invade i miei ricordi, è un’esplosione di
sensazioni, è la lacrima che con pudore scivola sulle guance di chi,
allontanandosi, vi ha lasciato il cuore. 
 
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