Ricevo da alcuni amici l’invito a divulgare la
richiesta di partecipazione alla petizione promossa per evitare la vendita ad un privato dell’Isola di Budelli,
situata nell’arcipelago della Maddalena in Sardegna.
Accolgo con piacere e spirito di servizio l’invito ed
invio il link per partecipare a questa iniziativa.
http://chn.ge/HKSHad
Permettetemi però alcune considerazioni del
tutto personali. Per i pochissimi che non conoscono la storia riepilogo
brevemente i fatti.
L'isola di Budelli apparteneva dal 1984 ad
un’immobiliare, la “Nuova Gallura Srl”,
composta da soci lombardi e svizzeri ed amministrata da un avvocato
svizzero.
Col passare del tempo la situazione
finanziaria pian piano precipita, i debiti aumentano e si arriva così
all’epilogo del fallimento su istanza di due creditori della società.
Si procede quindi all’asta delle proprietà
appartenenti all’immobiliare, tra cui, appunto, l’isola di Budelli.
Il 1° ottobre di quest’anno l’isola viene
venduta all’asta giudiziaria dal Tribunale di Tempio Pausania; ad
aggiudicarsela, per poco meno di tre milioni di euro ( 2 milioni e 944 mila
euro), è l’amministratore delegato della Commonwealth
Bank of Australia, Michael Harte, che si è presentato come ambientalista
convinto e sensibile alle istanze della popolazione locale.
Stando alle sue dichiarazioni, è coinvolto in
diversi progetti di conservazione marina e terrestre in vari siti, sparsi nel
mondo; ha acquistato l’isola con l'obiettivo di preservarne l'ecosistema con la
promessa di sottoporre un preciso piano di conservazione del sito all'Ente
Parco dell'Arcipelago della Maddalena.
Nonostante ciò, insorgono le varie
associazioni ambientalistiche e lo stesso presidente dell’Ente Parco
interessato, che, pur piacevolmente impressionato dalle idee e dai progetti
avanzati dal banchiere neozelandese, (si parla di museo a cielo aperto, di blue economy, di pontili e camminamenti eco
compatibili affinché tutti possano beneficiare della bellezza offerta
dall’isola ecc. ecc.) si riserva il diritto di prelazione sull’acquisto
dell’isola da esercitare entro 90 giorni dalla stipula dell’acquisto (cioè
entro l’8 gennaio 2014).
In sostanza buona parte dell’opinione
pubblica vuole che sia lo Stato (attraverso il suo acquisto), e non un privato
ad interessarsi dell’isola di Budelli.
Si cozza però contro l’art. 138 della legge
finanziaria dell’anno precedente, quella varata da Monti, secondo il quale
nessun ente pubblico può acquistare immobili entro il 31 dicembre di quest’anno.
Bisognerebbe invalidare questo articolo o
quantomeno ottenerne una deroga, in tal senso alcuni parlamentari presentano un
emendamento.
Fin qui tutto bene. Ma analizziamo la
situazione. Budelli è un’isola disabitata e per giunta inabitabile ed
inavvicinabile. E’ sottoposta a ferrei vincoli ambientalistici previsti da
leggi specifiche che non permettono
alcuna alterazione paesaggistica o cementificazione (esiste solo la casetta
del custode)!
Che sia bella è fuori discussione anzi è
bellissima. Ma perché comprarla? Fino a ieri nessuno sollevava problemi, eppure
era una proprietà privata, tra l’altro neanche sarda. E’ innegabile che piccoli
paradisi come l’Isola di Budelli e la sua spiaggia rosa sono da considerare
patrimoni da tutelare, ma che senso ha comprarla? Perché qualsiasi cosa da
tutelare deve essere acquistata? Quante isole di Budelli devono essere
acquistate dallo Stato per essere tutelate? (mi viene in mente l’isola di Santo
Stefano di fronte a Ventotene, il paesino fantasma di Balestrino in Provincia
di Savona e tanti altri). Ci vorrebbero risorse immani per “comprarle” e poi?
Credo piuttosto che la situazione debba
essere vista da una prospettiva diversa. Se un privato, sia esso italiano o
straniero, apporta capitali e idee orientate ad una maggiore visibilità e
fruibilità di un sito, senza nulla togliere alla sua bellezza (tra l’altro
impossibile proprio perché tutelato da vincoli paesaggistici) che male c’è? Si
creerebbe un circuito virtuoso di turismo eco-ambientalista che non farebbe
certo male. Parliamoci chiaro quanti dei nostri paradisi ambientali o patrimoni
culturali, già in possesso dello Stato, sono tenuti nella giusta
considerazione? Ricordate gli scavi di Pompei?
E’ dovuta intervenire l’U.E. con i suoi fondi per tutelare un degrado
che il nostro Stato non è stato capace di evitare, nonostante ciò si continua
con una lentezza esasperante nei lavori a dispetto dei continui crolli e i moniti dell’Unesco. Oppure,
per restare in Sardegna, a pochi passi da Budelli, vogliamo ricordare lo scempio
dell’isola della Maddalena per il mancato G8? Mega opere di cemento e vetro che
hanno deturpato uno splendido angolo di paradiso lasciati lì a marcire. Non mi
sembra ci siano state petizioni “nazionali” per evitare un ulteriore degrado, se
non erro la pubblicità è data solo dalle inchieste aperte dalla magistratura. A
volte una sana onestà intellettuale non guasterebbe!!
Non voglio fare polemica e capisco le
titubanze e le paure della gente che, come me, ama le unicità e le bellezze del
nostro Paese ma permettetemi di vedere in tutto ciò un pizzico di demagogia.