Uno dei baluardi del nostro sistema agricolo, il
preziosissimo olio d’oliva, è a forte rischio. Non bastassero le grigie notizie
che la crisi economica ci propina giornalmente, ecco che arriva uno scossone
dalla Puglia che potrebbe, potenzialmente, mettere in ginocchio il nostro
prezioso oro liquido e tutto il sistema produttivo che vi gravita attorno.
Sembra che un batterio
killer, altamente contagioso, la xilella
fastidiosa (già il nome è tutto un programma) abbia intaccato alcune piante
d’ulivo nella penisola Salentina (rinomata terra per i suoi magnifici prodotti
tra cui il vino e, appunto, l’olio).
Per la pianta le conseguenze
sono drammatiche, il fogliame si ingiallisce precocemente, le foglie si
accartocciano e in poco tempo subentra la morte. Ciò che resta, ed è questa la
drammaticità della situazione, diventa infestante per gli alberi accanto.
Conclusione: la pianta contagiata e quelle ad essa vicine devono essere
abbattute.
Non sono ben chiare le “origini”
di questo disastro, sinora circoscritto alla sola porzione di quel territorio,
ma per quanto riguarda la “causa” i sospetti sembrano convergere verso alcuni
parassiti, tra cui la cicalina, che
comportandosi da vettore, inietta il batterio tramite le punture che effettua
nelle piante per nutrirsi.
Ora senza voler fare
allarmismo, visto che le notizie cominciano a circolare anche in ambienti esterni
a quello agroalimentare, si spera che le autorità sanitarie regionali,
debitamente allarmate e sicuramente in azione, pongano in fretta la questione
al centro dell’attenzione nazionale, sollecitando soluzioni incisive e
soprattutto celeri affinché il fenomeno venga circoscritto e si mettano in atto
politiche di prevenzione chiedendo aiuto
anche all’Unione Europea.
D’altronde visti gli innumerevoli
problemi occupazionali che tormentano quella parte d’Italia, già sfortunata per
appartenenza geografica, sarebbe un delitto a dir poco aberrante affidarsi al
solito mobilismo di facciata; per restare alla terminologia meridionale: “non facite
ammuina”!!
La notizia che ho trattato
vuole essere un modestissimo contributo alla rapida soluzione del problema, un piccolo
campanello d’allarme il cui suono, spero, possa arrivare, attraverso un tam tam
internauta, ad orecchie che possano sentire così da tutelare il nostro olio. Difendiamolo
in tutti i modi visto che uno dei pochi gioielli rimasti e che il mondo ci
invidia.
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