mercoledì 15 gennaio 2014

Quale cognome desideri?






Grazie a due coniugi milanesi, Alessandra Cusan e Luigi Fazzo, anche in Italia sarà possibile dare il cognome della madre ai propri figli, lo ha stabilito la Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che ha condannato lo Stato Italiano per aver violato i diritti dei due coniugi che si sono visti negare dall’Anagrafe Comunale la registrazione del cognome materno per i propri figli.
Tutto inizia il 26 aprile 1999, giorno in cui  Alessandra e Luigi, (desidero chiamarli  affettuosamente con il loro nome per non incorrere in qualche lapsus, visto l’argomento!!!), diventano i genitori di una splendida bambina. Di solito, nell’attesa del lieto evento, una normale coppia si pone il problema di quale nome attribuire alla futura primogenita  (la chiameremo Luigia o Marta? Genoveffa  o Ermenegilda?) loro no!  Alessandra e Luigi avevano già in mente il nome: “Maddalena”;  il problema per loro era quale cognome attribuirle. Perché non darle il cognome materno? Fico!?! Dai diamole il cognome materno, “Cusan”…Maddalena Cusan , suona bene e poi …vuoi mettere l’originalità?! 
Massì… , pur conscio delle difficoltà procedurali che la novità avrebbe sollevato, Luigi , da buon milanese, tira dritto per la sua strada, se la và… la g’ha i gamb  (che in italiano suonerebbe: se mi riesce l’ho azzeccata) e così  corre subito all’Anagrafe  e chiede all’ impiegato di voler dare il cognome della madre alla sua primogenita.  La risposta, naturalmente è un NO chiaro netto e preciso, il buon Funzionario comunale ligio alle regole è perentorio. Ed è questo il preciso momento  in cui parte la storia irta di ostacoli, ricorsi, attese e  rinvii che avrebbe stroncato chiunque ma non Alessandra e Luigi i nostri eroi. Certo l’ho un pò romanzata e caricaturata ma il nocciolo della storia è chiaro, grazie alla forza d’animo, alla tenacia e alla combattività di due coniugi milanesi (quattordici anni di carte bollate non sono pochi), oggi in Italia possiamo “sperare” di avere il sacrosanto diritto di attribuire il cognome che ci pare ai nostri figli. Certo siamo ancora ai primi vagiti di un provvedimento che l’Italia è ora obbligata ad affrontare (dovranno essere riesaminati i vari aspetti  civilistici e legislativi) resta da vedere in quanto tempo e come la classe politica affronterà il problema e, soprattutto,  come la burocrazia assorbirà la novità. Su tale aspetto permettetemi di essere un po’ scettico  (per restare in tema, ricordo che in Italia, “solo formalmente” esiste anche la possibilità di poter dare il cognome di entrambi i genitori, uso l’avverbio “formalmente”  perche l’iter procedurale da seguire è così  poco chiaro ed inefficace da far desistere chiunque a portare avanti una simile richiesta). Resta il fatto che la battaglia portata avanti dai due coniugi milanesi è un piccolo passo avanti verso lo sgretolamento (si spera) di quel gigantesco, pesante e tentacolare  monolite chiamato burocrazia. Grazie Alessandra e Luigi.