giovedì 30 luglio 2015

PERCHE' UN ADDIO


Che buffo, si pensa sempre al “presente” ma non alla “fine” se non quando ne siamo personalmente coinvolti. L’addio, in tutte le sue declinazioni, è sempre l’ultima delle nostre emozioni, quasi facesse parte di un mondo a parte. Relegato in un angolo buio, in fondo in fondo al corridoio dei nostri pensieri, dove la luce arriva fioca tanto è lontana. Eppure, l’addio, è parte di noi. E’ sempre presente.

L’addio è un amico che trascuri, che eviti, che cerchi di dimenticare. E’ una sensazione impalpabile, fredda e nera, chiusa a doppia mandata in un cantuccio perché non interferisca neppure un attimo col nostro vivere quotidiano.

Nondimeno è qui, come l’immagine che si riflette nello specchio. Perché negarlo? Non può esserci un “inizio” senza una “fine”, non esiste luce senza buio, non c’è vita senza la morte.

L’addio di una persona cara è il perfetto compimento di una parabola (nascita, esistenza e morte) che, tuttavia, non riusciamo ad accettare. Dolore, ricordi, amore si intrecciano sino a formare un muro invalicabile che ha i colori della solitudine.

Emergono i ricordi (quelli più belli) della persona alla quale eri legato e il pensare che non c’è più è come una enorme e pesante porta che chiude i propri battenti al nostro presente. Un dolore lancinante dell’anima che stentiamo a sopportare.

Eppure l’inizio e la fine sono tratti di un stesso disegno, bellissimo e incredibilmente affascinante, che i nostri occhi dovrebbero essere abituati a vedere e che invece stentiamo ad accettare perché, fin da piccoli, ci impediscono di vederlo nella sua interezza.

Non ricordo un bambino ad un funerale; invece ne ricordo tanti all’evento di una nascita, ai battesimi, alle cresime, agli anniversari di matrimonio o ai compleanni, ma mai.. mai ai funerali.

Un addio è un tabù. E’ la fine! Netta, definitiva e conclusiva. Proprio perché non ti permette una via d’uscita è da evitare a tutti costi pur sapendo che non si può eludere.

Erroneamente si pensa che un fatto così triste possa interferire sul normale svolgimento della vita di un bambino, eppure, l’addio dovrebbe essere insegnato sin dall’inizio, perché fa parte della nostra esistenza, esattamente come una nascita o come la sua ricorrenza.      

Forse, se tanti anni fa, avessimo visto qualche funerale, anche se con una punta di tristezza, avremmo potuto accettare l’addio di un amico, di un padre o di una madre o di un fratello, esattamente come si fa quando un persona parte per un lungo viaggio. E invece siamo ancorati ai nostri tabù, al nostro dolore, alla nostra solitudine che solo il tempo riesce a lenire.

L’addio è un fardello pesante che se ne infischia dei ragionamenti, esorcizzarlo non serve quando non sei abituato al suo arrivo, eppure si deve cercare, in un angolo della nostra anima, quella forza d’animo capace di aprire quella porta chiusa a doppia mandata chiamata sofferenza, pensando al presente e alle persone che ci circondano con il loro bene.

In un film, di cui ora non ricordo il titolo, un uomo, in punto di morte disse “è stato bello vivere”. Ecco, vale la pena pensare che ognuno di noi, al termine dei suoi giorni, possa avere la fortuna di dire la stessa frase; perché questa vita, nonostante tutto, vale la pena viverla fino in fondo.

Dedicato a Nino

        

martedì 28 luglio 2015

KEPLER 452B SCOPERTA O BOMBA MEDIATICA?


Si chiama Kepler 452b e somiglia tantissimo alla nostra vecchia terra. E’ l’ultimo dei 4600 pianeti scoperti dagli scienziati che ha destato un certo clamore per via delle sue caratteristiche. Pare che abbia un sole come il nostro, che vi sia acqua allo stato liquido e che vi siano le condizioni ideali per la vita; insomma un clone, un po’ più grosso, circa il 60%, della nostra amata Gaia. Cosa comporterà questa scoperta? Cosa succederà al nostro vivere quotidiano?




“Na beneamata minchia” direbbe Cetto La Qualunque.  
E non è detto che il sottoscritto la pensi diversamente, magari con una punta di scetticismo.
Cominciamo col dire che la distanza tra noi e i supposti kepleriani quattrocentocinquantaduesimi di serie “b” (è il termine che trovo più appropriato, visto l’asettico nome scelto dalla NASA) è piuttosto considerevole; si parla di 1400 anni luce. Per cui, mettiamoci l’animo in pace perché, a meno che qualche altro scienziato non inventi, nel giro di pochissimi mesi, una navicella ultraveloce capace di triplicare la velocità della luce, non riusciremo mai a raggiungerla.
Fissato questo paletto, basiamoci sulle  notizie trionfalistiche, attribuite all’Agenzia Spaziale americana.

Sembra, pare, si dice che ….. sia un pianeta roccioso, ricco di ghiacciai e di acqua allo stato liquido, (un Trentino Alto Adige over size), che la distanza con il suo sole (la stella 452 appunto) sia tale da favorire lo sviluppo di forme di vita assai simili alle nostre, che la sua rotazione completa attorno alla sua stella sia di 380 giorni (solo 15 giorni in più rispetto alla nostra). E fin qui la speranza di avere nostri simili aldilà dello spazio è intatta.
Epperò ….c’è un però !! E’ possibile replicare a tale tesi? Ci sono riscontri tangibili tali da dimostrare l’inconfutabilità della notizia data con tale enfasi?
E’ più forte di me, non riesco proprio ad ingoiarla la notizia quando è parziale. Ripeto lasciamo perdere la distanza (talmente grande da non permettere a nessuno di fare un viaggio di andata e ritorno per poter confermare o meno ciò che fino ad oggi si dice) e veniamo ai fatti.
La scoperta si deve all’osservazione fatta da una sonda (chiamata “keplero”, da qui il nome) che, seppur fuori servizio dal 2013 e costretta ad operare con un difetto al sistema di puntamento, da distanza siderale, con i suoi occhi supertecnologici, attraverso complessi calcoli spettroscopici (che noi miseri tapini non capiremo mai, ma che sono gli unici che ci propinano), ha stabilito che il nuovo pianeta rientra nei canoni di un pianeta extrasolare simile alla terra.
In sostanza da una foto ci si è ricamato su, senza considerare almeno due piccoli particolari: l’atmosfera e la temperatura.
Premesso che non sono uno scienziato (lo si era capito) so però, per averlo sentito da qualche parte, che per respirare, noi umani, molto terrestri, abbiamo bisogno di una miscela composta da ossigeno (poco) e azoto (tanto) in un’esatta percentuale al cui variare subiamo conseguenze spiacevoli e che la temperatura del nostro corpo è molto sensibile al clima circostante. Due particolari questi che non sono stati tanto reclamizzati.
Si dirà, ma esistono altre forme di vita! Anche sulla terrà ci sono microorganismi che riescono a vivere in situazioni estreme. Vero, ma la notizia, così come è stata reclamizzata, ci ha indotto a pensare ciò che tutti intimamente speravamo di sentire:
la prova che non siamo da soli in quest’universo, che  l’uomo ha un alter ego aldilà delle stelle.


Insomma è stata lanciata una bomba mediatica nel mondo scientifico capace di sconvolgere tutte le nostre certezze sull’origine della vita.
Ora i casi sono due: o la notizia è vera, oppure, la NASA, d’accordo o meno con i media, ha voluto scioccare il mondo intero allo scopo di reperire quei fondi che ultimamente scarseggiano nelle loro casse.


Sia come sia, nell’attesa,  preferisco ancora vedere ET e fantasticare guardando le stelle.   

giovedì 23 luglio 2015

METEOCALDO


Uffa che caldo!! Ma è possibile che quest’afa non accenna a diminuire? Ho perso il conteggio dei giorni. Non guardo più neanche le previsioni del tempo, tanto il quadro della situazione è sempre lo stesso, anticiclone da una parte e onda di caldo sahariano dall’altra. Anche le icone delle “app” dei nostri cellulari  hanno sempre la stessa immagine: sole, sole e ancora sole.

Premetto che è normale sentire caldo in estate, ma è altrettanto naturale urlare al mondo il proprio sfogo quando, costretti in un ufficio del settimo piano di un anonimo grattacielo, privo di aria condizionata e con l’unico ascensore fuori servizio, hai davanti una finestra che ti induce a guardare le persone che si godono l’estate .

Perché prendo le ferie nel periodo sbagliato? E dire che i programmi li ho fatti per tempo, scientemente. Quest’anno mai più a Luglio, non voglio ripetere un'estate con la pioggia come l’anno scorso, quest’anno le ferie ad Agosto!! Sic. E’ una situazione che mi destabilizza, mi spiazza. E il prossimo anno che mese scelgo?

La verità è che, come dicevano i nonni, non ci sono più le stagioni di una volta. Si andava in vacanza senza guardare le previsioni, si ignoravano gli anticicloni, le isobare, i cumulonembi e si partiva. Via! Lontano dal nostro quotidiano, felici di affrontare il “nuovo” e tutto il suo contorno. Cosa ci importava della calura o della pioggerellina improvvisa? Eravamo in vacanza, spensierati e felici.

Oggi, invece, ce la portiamo appresso la nostra “routine”. Devo partire? Quando? Aspetta un po’ che guardo sul tablet come sarà il tempo nella tale località dal 15 al 21.. così mi regolo. Ma cosa ti regoli? Dov’è finita la spensieratezza dei viaggi, il gusto della sorpresa. No!!! oggi siamo tutti meteorologi, climatologi, oceanografi, ogni circostanza è vagliata e spiegata in ogni minimo dettaglio.
Sei sulla riva del mare e ammiri l’orizzonte?  Magari pensi: tra poco prendo le pinne e la maschera a vado ad esplorare questa splendida distesa azzurra e piatta? Niente da fare. Si materializza dal nulla il tecnologico di turno che muore dalla voglia di dirti:

”vedi ora il vento soffia come Ostro ma tra le 12 e le 12,30 gira a ponente per cui il mare si incresperà e arriveranno le onde””.

Ora chi cazzo te l’ha chiesto? Perché rovinarmi la sorpresa? E’ automatico: la maschera e le pinne come d’incanto svaniscono….

“O se è per questo è meglio qualche onda ora che la bufera che ci aspetta domani…lo sai? Un flusso di aria fredda si insinuerà ad alta quota e porterà pioggia e grandine proprio alle nostre latitudini. Ti consiglio l’ombrello per domani””.

Cosa fareste voi in queste circostanze? Io una mezza idea ce l’ho!

Inutile, oramai siamo schiavi delle certezze, Nostradamus ci fa un baffo, il futuro non esiste, è già a disposizione. No, io non mi arrendo, al diavolo le app e le previsioni del tempo, preferisco guardare la finestra di questo caldo ufficio e aspettare “l’imponderabile” delle mie ferie di agosto…buco dell’ozono permettendo.