domenica 29 dicembre 2013

La Befana è naìf. Pensieri di fine anno da inserire nella calza


Qualche annetto è ormai passato dall’ultima calza appesa al caminetto eppure, nonostante il nostro essere adulti, quanti di noi, seppur per un solo attimo, non sognano di ritornare indietro nel tempo e immaginare la Befana che, con la sua bella scopa, di notte, con le ciabatte rotte e tutto il resto, ci consegna quel regalo che Babbo Natale aveva dimenticato di recapitare? 
Che poi, a pensarci bene, come fa la Befana a sapere quali sono i regali che mancano se non può leggere le letterine spedite a Babbo Natale? I casi sono due, o Babbo Natale ha dei vuoti di memoria (vista l’età può essere) e, come ultima risorsa, si affida alla Befana  per correggere eventuali dimenticanze (magari scrivendole una letterina sotto forma di millepro…memorie) oppure, sotto mentite spoglie, la Befana “spia” Babbo Natale (ecco l’origine del Datagate) e per screditarlo va a trovare quei bambini ancora incerti o scontenti dei regali natalizi ricevuti portando loro quei piccoli doni dimenticati in cambio di un sorriso. Boh!

Fatto sta che, a differenza di Babbo Natale, a me il personaggio della Befana piace di più. E’ più naif, agisce senza fronzoli e di propria iniziativa (senza aspettare una lettera). Con una semplice calza riesce a stimolare la fantasia e soprattutto l’attesa nei bambini, proprio per l’imprevedibilità del dono che consegna (seppur meno ricco di quello natalizio) e poi... vuoi mettere la febbrile attesa del suo giudizio sul comportamento avuto durante l’anno?! Attraverso la consegna di un dono (dolcetto o carbone) esprime una sentenza “inappellabile” sul tuo essere stato buono o birbante, (anche se poi c’è sempre qualche birbante che protesta vedendo nella Befana mancanza di imparzialità e magari fumus persecutionis).


Comunque sia, visto che scrivere la letterina non serve a niente, mi affido alla speranza e ad essa mi appello affinché la cara e vecchia Befana riesca a portarci qualcosa di buono.

Per esempio “sacrifici” a chi fino ad oggi non li ha ancora sfiorati, “silenzio” a chi strilla e sbraita contro l’uno o l’altro e non fa niente per cambiare; ed inoltre un lungo e duraturo viaggio di sola andata verso “quel paese” a chi si affida alle raccomandazioni e agli amici degli amici anche per saltare una semplice coda allo sportello, a chi si arroga il diritto di rappresentarti e decide per te senza degnarsi di interpellarti, a chi passa con il rosso o a chi ti sorpassa a destra strombazzando, a chi decide di sperperare denaro pubblico facendola franca e passando per furbo, a chi si attacca alla “poltrona” e non la molla se non per lasciarla ad un parente o amico, al burocrate che ti costringe ad attese interminabili agli sportelli e a compilare carte e produrre documenti per poter dimostrare a questa o a quella Amministrazione l’errore di un l’avviso di pagamento di una tassa che avevi già pagato un anno prima e, per ultimo, il desiderio di non doverci vedere come "protagonisti" nel bellissimo video che ho inserito in questo post.

Forse chiedo troppo e la calza non è così grande da contenerle tutte, ma le speranze non hanno forma e non hanno peso, sono solo sogni per cui basta che uno solo si realizzi per farmi felice.  
  

mercoledì 25 dicembre 2013

Libagioni... idee in scatola!



La crisi economica che attraversa  il nostro Paese e gran parte del sud-Europa è ormai un fatto incontrovertibile. Non c’è giorno in cui i media non ci informano, statistiche alla mano, sul pericolo povertà a cui tutti siamo esposti. 
Le tv, sature di pseudo economisti che giornalmente propongono ricette su come uscire da questa crisi, propinano statistiche, numeri e riforme che modificano quelle già proposte da altri “santoni”, a loro volta rinnovatori di precedenti rivoluzioni messe in atto in anni precedenti. Insomma tutto questo bailamme di trasformazioni ha creato incertezza e fatto innalzare quella cappa di apprensione e paura che ha tolto fiducia nel domani. 
Il risultato lo vediamo nella vita di tutti i giorni, file di persone sempre più lunghe che aspettano davanti alle mense della Caritas, pensionati che si aggirano tra i cassonetti della spazzatura dei mercati in cerca di qualcosa da mangiare, autovetture parcheggiate negli angoli bui delle città trasformate in camere da letto.  

E intanto c’è chi “grida” che la luce in fondo a questo stramaledetto “tunnel” si comincia a intravedere, anche se non si sa bene se è la luce della fine o quella di un treno lontano che sta per investirci.
Nonostante ciò il mondo gira lo stesso e il consumismo imperversa tanto che sull’altro versante del globo, ad Adelaide, in Australia, un collettivo artistico, chiamato “The Glue Society” ha pensato bene di creare, in occasione del “Festival delle idee”, un negozio di frutta e verdura ”marce” senza nessuno all’interno. Per 4 giorni chiunque poteva vedere i prodotti andare a male dalle finestre della bottega.

L’idea è nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’enorme speco di cibo e per responsabilizzarla a porre più attenzione sull’inutile quantità di acquisti (evidente conseguenza di una ormai radicata mentalità consumistica).
Naturalmente non sono mancate le critiche per il deprecabile “spreco” di frutta e verdura utilizzate, un metodo di protesta, a detta di alcuni (fortunatamente pochi), ingiustificabile e contrario allo scopo che si voleva perseguire.
Giudizi più aspri sono piovuti però dall’altra parte della terra e più esattamente da Tokio dove un certo signor Masahiko Naganuma, in arte“Cornman”, ha stigmatizzato  questa idea trovandola delittuosa. Ma chi è Cornman?
Cornman è un “curioso” signore che ama girare per la città del sol levante con la verdura al guinzaglio. Si…. avete capito bene, al posto del cagnolino, lui ama legare il collare a un bel ciuffo di insalata o sedano dando loro anche un nome, (billy, ciuffy, pluto). Ovviamente  i soliti “colti” vedono in questo comportamento messaggi assai profondi, come l’invito a prestare attenzione al mondo vegetale - fatto di organismi intelligenti – (radici delle piante che contengono cellule con caratteristiche del tutto simili ai neuroni oppure piante che comunicano tra loro un eventuale pericolo attraverso l’emissione di gas). 
Il tutto viene sconfessato dallo stesso Cornman il quale in un intervista ha candidamente ammesso di essere stato ispirato da un turista (forse matto!?) che qualche anno prima aveva fatto la stessa cosa. C’è da dire, però, che alla fine le verdure non tornano alla cuccia ma vengono tagliate e cucinate. A questo proposito il signor Masahiko assicura che il legame creato dalle passeggiate le rende alquanto gustose.
Per restare in tema di lotta allo spreco alimentare, ci spostiamo in Inghilterra dove il designer Chris Godfrey ha ideato una lattina contenente 12 portate schiacciate al suo interno.In tempi di magra come questi, avrà pensato, come risolvere il problema delle tradizionali e sontuose libagioni natalizie o di fine anno evitando gli sprechi e l’ansia dei preparativi? Semplice, inserendo in una lattina tutte le portate (dal primo alla frutta) e al momento opportuno servirle sul piatto ai commensali risparmiando così di sporcare la cucina. Geniale!!! L’idea è stata battezzata dallo stesso autore “All in one”, tutto in uno, e le portate non sono mica da buttare: 
selezione di formaggi locali con pane a lievitazione naturale
manzo di kobe sottaceto con fragole scottate
ravioli di ricotta con tuorlo d'uovo
funghi shitake con peperoni ripieni
carne di halibut affogata in burro di tartufo in crepe di cocco
risotto all'aglio selvatico, prosciutto e parmigiano
zuppa francese di cipolle con timo e gruviera
pancetta arrosto con purè di sedano rapa
succo di pera e zenzero
lombata di manzo con verdura grigliata e mostarda
torta con gelato e biscotto di vaniglia
dolce Canelè con orzo e latte di noccioline

il tutto, rigorosamente in quest'ordine, preferibilmente accompagnato da un buon vino (non incluso in lattina) liberamente scelto da chi propone il menù. 

Resta da capire se il gusto incontrerà il piacere di chi mangia dato che un tale assortimento di alimenti avrà inevitabilmente ripercussioni sul palato. Probabilmente l’idea di Godfrey rimarrà tale ma potrebbe dare il là ad una nuova generazione di lattine multigusto.

domenica 22 dicembre 2013

CHI HA IL SUV E' UN "SUVISTA" O UN AUTOMOBILISTA?



“Sono un automobilista, ed in quanto tale sono perennemente incazzato come una bestia”, esordisce così il comico milanese Joele Dix quando interpreta, con tanto di occhiali e abito scuri, il personaggio del cittadino schiavo dell’auto.
Prendo spunto dal comico perché anch’io, come lui, essendo un automobilista “cronico”,  sono costretto ad ingoiare rospi quando vedo comportamenti ineducati da parte di altri conducenti.
Certo non sono esente da colpe. Quanti di noi non hanno mai alzato il braccio a mo’ d’ombrello o il dito medio (per non dire altro), quando, fermo al semaforo rosso, chi ti segue si attacca al clacson appena scatta il verde? Non è certo un esempio di bon ton ma quando ti scappa… scappa!!
In genere tendiamo a giustificare i nostri comportamenti perché “conseguenti” a condotte di altri altrettanto scorretti (e così siamo a posto con la coscienza) ma si sa che è sbagliato. Mi limito tuttavia a questo semplice episodio, anche se ce ne sarebbero tanti altri da elencare.
In questa sede desidero invece spostare l’attenzione su un altro aspetto, più precisamente su una vettura: il SUV, acronimo di Sport Utility Vehicle (Veicolo Utilitario Sportivo) e, soprattutto, sul comportamento di “alcuni” automobilisti che lo guidano.
Il mezzo del quale voglio occuparmi è quello della categoria “maxi” (maxi altezza, maxi pesantezza, maxi eleganza, maxi lunghezza) quello, per intenderci appartenente alla categoria di veicoli “dall'assetto rialzato e tendenzialmente a trazione integrale” (questa è la definizione che si trova su internet).
In soldoni è un fuoristrada mostruosamente grande, enormemente pesante e moderatamente inquinante (rispetto alle normali auto) che negli ultimi anni presenzia le nostre strade occupando posteggi e invadendo carreggiate.

Ma quanti sono? Si stima 1/6 del totale del parco auto circolante, ma il dato è del tutto empirico, (alla faccia della crisi direbbe più di un qualcuno).
Ora mi chiedo, a cosa serve un mastodonte del genere? Perché tra le tante auto in commercio si sceglie un SUV? Le risposte sono varie, anche se con un comune denominatore:

perché abito in campagna/montagna e quindi ho bisogno di un auto che mi permetta di raggiungere sterrati o pendenze impossibili pur non trascurando l’eleganza e la bellezza del mezzo;   

perché avendo un attività economica ho bisogno di un’auto che mi permetta di trasportare materiale ingombrante e di “scaricare” costi di mantenimento dal reddito, pur non trascurando l’eleganza e la bellezza del mezzo;

perché avendo una squadra di calcio/basket/pallavolo/nuoto ho bisogno di avere più sedili da sfruttare per il trasporto nei vari campi di gioco, pur non trascurando l’eleganza e la bellezza del mezzo;

perché ho 5 figli maschi e 4 femmine, due suoceri e un marito e quindi devo fare giornalmente una grossa spesa, per cui per andare al supermercato mi conviene avere un SUV, pur non trascurando l’eleganza e la bellezza del mezzo;
perché sono talmente bravo che ogni mattina mi assumo l’impegno di accompagnare tutti i bambini del mio condominio e di quelli vicini a scuola/asilo, pur non trascurando l’eleganza e la bellezza del mezzo;       


Tradotto significa che, per i pochi che possono permetterselo, ogni scusa è buona per giustificarne l’acquisto. In questo particolare momento possederlo significa “apparire”,  far parte di una “elite”, distinguersi dalla massa.    

Ma quanto è grande un maxi S.U.V. ? Tanto, direi troppo!

Di solito la distanza tra uno specchietto anteriore e l’altro si aggira sui 2 metri, ma ne esistono altri di misura superiore, mentre la lunghezza varia tra i 4.80 e i 5 mt.
Per il Codice della Strada le carreggiate dovrebbero avere una larghezza tra i 3,25 e i  3,75 mt.
Ora, volendo fare un semplice calcolo 3,75 mt – 2 mt = 1,75 mt.
Significa che abbiamo soltanto 1,75 mt di spazio a disposizione; sufficiente direte voi, si rispondo io, ma se fossimo in una strada a scorrimento veloce!
Nel nostro caso stiamo ragionando sulle strade di città e quindi dobbiamo anche calcolare lo spazio riservato ai posteggi (0,70 - 1,0 mt circa). Si ritorna quindi alla grandezza dei SUV, ricordate quanto è largo?
Circa due metri.
Cosa succede quindi quando un SUV percorre una carreggiata e al suo fianco ne sono posteggiati altri?
Si invade “leggermente” la corsia opposta, che, guarda caso, ha lo stesso problema di quella che stiamo esaminando.
Conclusione!! Code, attese per le precedenze (passo io prima o passi tu?), concerti di clacson ed epiteti irriferibili.
Vogliamo parlare poi del posteggio fai da te? (non avete mai visto un SUV in seconda o terza fila?) o peggio ancora sul marciapiedi? (d’altronde, viste le dimensioni, questi mostri possono parcheggiare anche su banchine alte dove una normale autovettura non potrebbe farlo).
Insomma con l’avvento del SUV è cambiato il modo di raffrontarsi sulla strada.
Perfino le posture degli automobilisti sono cambiate, vi è mai capitato di trovarvi incolonnati in strada?
Di solito, il comune automobilista, esegue una leggera torsione a sinistra e tira fuori la testa dal finestrino per cercare di vedere la causa del blocco, o quanto meno allunga il collo verso l’alto per cercare di “distendere” il proprio campo visivo (ma perché siamo fermi?)
Oggi questo non è possibile, il più delle volte si è costretti a stare inchiodati al proprio posto, anche perché chi ti sta davanti è uno di questi SUV, che ti mostra il suo maxi posteriore di metallo impedendoti qualsiasi percezione visiva.
In compenso, se non sei da solo, si ha più tempo per socializzare, si comincia ad ipotizzare quello che sta succedendo, si intavola una discussione sul traffico (secondo te è un incidente o cosa? secondo me è un semaforo! ma no è quella rotatoria che hanno costruito)” e giù ad intavolare dibattiti sul perché di questa colonna.
Certamente non può esserti d’aiuto il tuo vicino d’auto, anch’egli incolonnato, perché ti accorgi, come se non bastasse, che anche lui è proprietario di un SUV e in questo caso tutto cambia.

Di solito si tira giù il finestrino e con un semplice cenno si chiede, “lei sa perché siamo fermi?”  nell’esempio questo è inattuabile… e già…. perché il tuo sedile, caro automobilista “normale”  non è all’altezza del sedile di un SUV, oggi hai accanto una enorme portiera di acciaio e per farti notare devi sporgerti dal finestrino, allungare verso l’alto il tuo braccio e contemporaneamente agitare la manina nella speranza che il “suvista” (si dice così?) da lassù ti noti, ed è a questo punto che subentra in te una sorta di complesso di inferiorità e allora desisti.
E te ne stai lì, incolonnato, con le tue ipotesi e i tuoi perché e con pazienza aspetti di uscire da questo incubo claustrofobico finché, quando finalmente si giunge alla fine, ti accorgi che la colonna non è altro che la conseguenza di un posteggio in terza fila di un SUV il cui proprietario/a aspetta l’uscita di scuola della sua bambina/o.

Il problema non è il S.U.V. ma chi lo guida, o almeno alcuni di essi. Chiaramente non siamo abituati alla loro grandezza, soprattutto se rapportata alle nostre città, evidentemente impreparate rispetto a quelle americane o australiane.

Certo non sono le misure drastiche che si sentono in giro - circolazione limitata a determinate ore, targhe alterne o cose del genere - a poter cambiare questo “maxi” andazzo, si rischierebbe una vera e propria discriminazione, e poi si darebbe il là ai quei pochi che giustificherebbero queste soluzioni come originate dall’invidia di non poter guidare un SUV. 

Tuttavia non farebbe male introdurre nuove regole, magari inserire l’obbligo di dimostrare di possedere o avere a disposizione un garage o posto auto ad hoc prima di poter acquistare un S.U.V. e nel contempo sostenere un esame di guida “obbligatorio” per i neo “suvisti”; oltre a renderli consapevoli delle misure e delle distanze da osservare rispetto alle normali auto potrebbe renderli consci del mostro che hanno tra le mani e magari a insegnar loro come comportarsi senza creare disagio agli altri.

Ops!!! Ma anche questa è discriminazione…forse anch’io sono invidioso oppure, semplicemente, essendo un automobilista sono perennemente incazzato come una bestia!!