lunedì 16 novembre 2015

JE SUIS PARIS

Se questo è un uomo”. Di fronte alle barbarie commesse a Parigi, in quel nefasto venerdì 13 novembre 2015, prendo sommessamente in prestito il titolo del libro di  Primo Levi per rappresentare il mio sentimento.

Quanto è sopportabile la vista del sangue e di quei giovani corpi sparsi sul pavimento di un teatro e per le strade di una città assurta a simbolo di amore e di bellezza?

Quanto è drammaticamente  immenso il dolore di un genitore nel sapere che la vita del proprio figlio è stata sottratta dalla nefandezza compiuta da belve, in nome di un’ideologia che mistifica il nome di Dio?

Come si può identificare in un uomo l’essere che,  in spregio della vita,  decide con tutta calma di premere il grilletto di un’arma verso un suo giovane simile, inerme e indifeso, dettando la parola fine ai suoi sogni e alle sue speranze senza farsi scalfire da qualsiasi forma di rimorso?

Per quanto mi sforzi riesco soltanto a formulare domande alle quali sono  incapace di dare risposte.

Le emozioni sono troppo forti per cercare un perché. Ora è il tempo del dolore per le vittime e della rabbia nel constatare che la società in cui vivo è gravida di esseri così spregevoli e inadeguati a comprendere il valore della vita altrui .

Parigi è amore è bellezza è tenerezza, Parigi è un simbolo e come tale nessuno potrà mai scalfirla.

Io sono Parigi.        



giovedì 10 settembre 2015

FINANZIAMENTO AI PARTITI ho visto cose che voi umani.......

In un periodo di vacche magre, circa due fa, il governo Letta aboliva (ma solo dal 2017!!!) il finanziamento pubblico ai partiti. 

Sembrava una buona misura, comunque apprezzata dalla maggior parte degli italiani che vedevano in quel provvedimento una qualche risposta all'indignazione popolare, alimentata dai troppi privilegi di cui godeva (e gode) la “casta” politica.

Seppur a malincuore, ma forti della promessa che dal 2017 il flusso di denaro pubblico ai partiti sarebbe terminato, ancora per due anni avremmo dovuto resistere a questo triste spettacolo.

La convinzione che questa volta si faceva sul serio si rafforzava ancor di più perché quella stessa legge, forse per venire incontro allo sdegno dell’elettorato credulone, prevedeva un “preventivo” controllo dei rimborsi da parte di un’apposita Commissione che avrebbe dovuto dare il via libera all’erogazione del finanziamento.

Sulla carta, questa Commissione aveva il compito di controllare i rendiconti dei rimborsi delle spese “effettivamente” sostenute dai partiti e, solo dopo averne appurato il  reale esborso, avrebbe concesso il visto di conformità  necessario per l’incasso dei  “soldi pubblici”.      

Dopo più di due anni si scopre che la Commissione non riesce, (vuoi per mancanza di tempo, di personale o di mezzi, non si capisce) a svolgere il suo compitino per cui diventano a rischio i finanziamenti riguardanti gli anni 2013 e 2014. Cosa fare?

Ecco il colpo di genio che ieri si materializza alla Camera dei Deputati sotto forma di un semplice DDL (presentato da un deputato del PD).
Si tratta di un provvedimento che ammette l’erogazione dei fondi, seppur in assenza del benestare della Commissione, impossibilitata ad operare. Vogliamo chiamarla SANATORIA???!

Inutile dirvi che passa con la maggioranza dei voti di tutti i partiti (tranne quelli dei 5 stelle, che hanno anche il merito di evidenziare l’accaduto attraverso una cascata di banconote – naturalmente in copia -  lanciate dagli scanni contro i loro colleghi e l’astensione dei SEL).

Ormai è impossibile sperare nel ravvedimento di codesti signori, rischio di passare per populista ma come si fa a credere a questa gente; un giorno promettono ed un altro disfano.  Ogni volta  dal cilindro ne tirano una nuova, mi sembra di rivivere l’ultima scena del film  Blade Runner: Ho visto cose che voi umani…..


venerdì 14 agosto 2015

Il perché di una vacanza

Sono qui, sotto l'ombrellone, e, mentre ammiro ciò che mi circonda, sarà per il caldo, sarà perché obiettivamente non ho un belino da  fare, ecco che una domanda turba i miei pochi neuroni, messi a riposo per non turbare la quiete della mia siesta ad occhi aperti: perché sono qui?
 Non fraintendete, amo le vacanze, il mare, il sole, ma, forse perché animato dalla curiosità del comportamento umano, sento l'esigenza di trovare una motivazione sul perché si va in vacanza.
Il paesaggio estivo non cambia mai, bambini che si crogiolano nell'acqua, genitori, attenti, che scambiano qualche impressione sul tempo in riva al mare, ragazzi che giocano, che passeggiano, che si divertono. Ombrelloni multicolore che chiazzano la sabbia bianca e fanno ondeggiare i loro tessuti all 'unisono al minimo accenno di vento. Racchette, secchielli e palloni e chiacchiere, tante chiacchiere che si librano, trasportate da quell'impercettibile corrente d'aria che ti regala quella sensazione di fresco appena esci dall'acqua.  È un copione che ogni anno va in scena senza soluzione di continuità la cui fine è sempre suggellata da strette di mano e abbracci e appuntamenti per il prossimo anno. Se dovessimo, per un istante, fermarci a riflettere sul nostro vivere l'estate, a primo acchito troveremmo questo periodo monotono e piatto.
Piantiamo un ombrellone, piazziamo le nostre seggiole, un tuffo, quattro chiacchiere con i nostri vicini, la compagnia di un libro e poi a casa, contenti della nostra abbronzatura e di aver riempito il tempo. Eppure, sempre immerso nelle mie elucubrazioni mentali, cerco di trovare un perché alla mia domanda iniziale, e scavando nei rivoli delle tante possibili risposte ecco che trovo la soluzione.
 È l' "attesa" l'elemento che cercavo, la molla che ogni anno mi spinge ad essere l'involontario attore di un film prevedibile nella sua conclusione. È l'attesa di un evento, di un incontro, di un'amicizia che mi porta a rifare sempre le stesse azioni. E infatti, puntuale come un orologio, ecco che ogni anno la sorpresa è dietro l'angolo, pronta ad essere custodita nei ricordi da raccontare agli amici più cari in una sera d'inverno. La pesca di un grosso pesce, la storica cena, una canzone, l'uscita in barca, la nascita di una nuova amicizia e, perché no, anche la fine. Insomma sono qui, sotto l'ombrellone, felicemente soddisfatto di aver dato un senso a questa vacanza e in trepidante attesa di quel l'evento che mi farà sussultare il cuore e che mi farà dire: "peccato che l'estate duri così poco".

giovedì 30 luglio 2015

PERCHE' UN ADDIO


Che buffo, si pensa sempre al “presente” ma non alla “fine” se non quando ne siamo personalmente coinvolti. L’addio, in tutte le sue declinazioni, è sempre l’ultima delle nostre emozioni, quasi facesse parte di un mondo a parte. Relegato in un angolo buio, in fondo in fondo al corridoio dei nostri pensieri, dove la luce arriva fioca tanto è lontana. Eppure, l’addio, è parte di noi. E’ sempre presente.

L’addio è un amico che trascuri, che eviti, che cerchi di dimenticare. E’ una sensazione impalpabile, fredda e nera, chiusa a doppia mandata in un cantuccio perché non interferisca neppure un attimo col nostro vivere quotidiano.

Nondimeno è qui, come l’immagine che si riflette nello specchio. Perché negarlo? Non può esserci un “inizio” senza una “fine”, non esiste luce senza buio, non c’è vita senza la morte.

L’addio di una persona cara è il perfetto compimento di una parabola (nascita, esistenza e morte) che, tuttavia, non riusciamo ad accettare. Dolore, ricordi, amore si intrecciano sino a formare un muro invalicabile che ha i colori della solitudine.

Emergono i ricordi (quelli più belli) della persona alla quale eri legato e il pensare che non c’è più è come una enorme e pesante porta che chiude i propri battenti al nostro presente. Un dolore lancinante dell’anima che stentiamo a sopportare.

Eppure l’inizio e la fine sono tratti di un stesso disegno, bellissimo e incredibilmente affascinante, che i nostri occhi dovrebbero essere abituati a vedere e che invece stentiamo ad accettare perché, fin da piccoli, ci impediscono di vederlo nella sua interezza.

Non ricordo un bambino ad un funerale; invece ne ricordo tanti all’evento di una nascita, ai battesimi, alle cresime, agli anniversari di matrimonio o ai compleanni, ma mai.. mai ai funerali.

Un addio è un tabù. E’ la fine! Netta, definitiva e conclusiva. Proprio perché non ti permette una via d’uscita è da evitare a tutti costi pur sapendo che non si può eludere.

Erroneamente si pensa che un fatto così triste possa interferire sul normale svolgimento della vita di un bambino, eppure, l’addio dovrebbe essere insegnato sin dall’inizio, perché fa parte della nostra esistenza, esattamente come una nascita o come la sua ricorrenza.      

Forse, se tanti anni fa, avessimo visto qualche funerale, anche se con una punta di tristezza, avremmo potuto accettare l’addio di un amico, di un padre o di una madre o di un fratello, esattamente come si fa quando un persona parte per un lungo viaggio. E invece siamo ancorati ai nostri tabù, al nostro dolore, alla nostra solitudine che solo il tempo riesce a lenire.

L’addio è un fardello pesante che se ne infischia dei ragionamenti, esorcizzarlo non serve quando non sei abituato al suo arrivo, eppure si deve cercare, in un angolo della nostra anima, quella forza d’animo capace di aprire quella porta chiusa a doppia mandata chiamata sofferenza, pensando al presente e alle persone che ci circondano con il loro bene.

In un film, di cui ora non ricordo il titolo, un uomo, in punto di morte disse “è stato bello vivere”. Ecco, vale la pena pensare che ognuno di noi, al termine dei suoi giorni, possa avere la fortuna di dire la stessa frase; perché questa vita, nonostante tutto, vale la pena viverla fino in fondo.

Dedicato a Nino

        

martedì 28 luglio 2015

KEPLER 452B SCOPERTA O BOMBA MEDIATICA?


Si chiama Kepler 452b e somiglia tantissimo alla nostra vecchia terra. E’ l’ultimo dei 4600 pianeti scoperti dagli scienziati che ha destato un certo clamore per via delle sue caratteristiche. Pare che abbia un sole come il nostro, che vi sia acqua allo stato liquido e che vi siano le condizioni ideali per la vita; insomma un clone, un po’ più grosso, circa il 60%, della nostra amata Gaia. Cosa comporterà questa scoperta? Cosa succederà al nostro vivere quotidiano?




“Na beneamata minchia” direbbe Cetto La Qualunque.  
E non è detto che il sottoscritto la pensi diversamente, magari con una punta di scetticismo.
Cominciamo col dire che la distanza tra noi e i supposti kepleriani quattrocentocinquantaduesimi di serie “b” (è il termine che trovo più appropriato, visto l’asettico nome scelto dalla NASA) è piuttosto considerevole; si parla di 1400 anni luce. Per cui, mettiamoci l’animo in pace perché, a meno che qualche altro scienziato non inventi, nel giro di pochissimi mesi, una navicella ultraveloce capace di triplicare la velocità della luce, non riusciremo mai a raggiungerla.
Fissato questo paletto, basiamoci sulle  notizie trionfalistiche, attribuite all’Agenzia Spaziale americana.

Sembra, pare, si dice che ….. sia un pianeta roccioso, ricco di ghiacciai e di acqua allo stato liquido, (un Trentino Alto Adige over size), che la distanza con il suo sole (la stella 452 appunto) sia tale da favorire lo sviluppo di forme di vita assai simili alle nostre, che la sua rotazione completa attorno alla sua stella sia di 380 giorni (solo 15 giorni in più rispetto alla nostra). E fin qui la speranza di avere nostri simili aldilà dello spazio è intatta.
Epperò ….c’è un però !! E’ possibile replicare a tale tesi? Ci sono riscontri tangibili tali da dimostrare l’inconfutabilità della notizia data con tale enfasi?
E’ più forte di me, non riesco proprio ad ingoiarla la notizia quando è parziale. Ripeto lasciamo perdere la distanza (talmente grande da non permettere a nessuno di fare un viaggio di andata e ritorno per poter confermare o meno ciò che fino ad oggi si dice) e veniamo ai fatti.
La scoperta si deve all’osservazione fatta da una sonda (chiamata “keplero”, da qui il nome) che, seppur fuori servizio dal 2013 e costretta ad operare con un difetto al sistema di puntamento, da distanza siderale, con i suoi occhi supertecnologici, attraverso complessi calcoli spettroscopici (che noi miseri tapini non capiremo mai, ma che sono gli unici che ci propinano), ha stabilito che il nuovo pianeta rientra nei canoni di un pianeta extrasolare simile alla terra.
In sostanza da una foto ci si è ricamato su, senza considerare almeno due piccoli particolari: l’atmosfera e la temperatura.
Premesso che non sono uno scienziato (lo si era capito) so però, per averlo sentito da qualche parte, che per respirare, noi umani, molto terrestri, abbiamo bisogno di una miscela composta da ossigeno (poco) e azoto (tanto) in un’esatta percentuale al cui variare subiamo conseguenze spiacevoli e che la temperatura del nostro corpo è molto sensibile al clima circostante. Due particolari questi che non sono stati tanto reclamizzati.
Si dirà, ma esistono altre forme di vita! Anche sulla terrà ci sono microorganismi che riescono a vivere in situazioni estreme. Vero, ma la notizia, così come è stata reclamizzata, ci ha indotto a pensare ciò che tutti intimamente speravamo di sentire:
la prova che non siamo da soli in quest’universo, che  l’uomo ha un alter ego aldilà delle stelle.


Insomma è stata lanciata una bomba mediatica nel mondo scientifico capace di sconvolgere tutte le nostre certezze sull’origine della vita.
Ora i casi sono due: o la notizia è vera, oppure, la NASA, d’accordo o meno con i media, ha voluto scioccare il mondo intero allo scopo di reperire quei fondi che ultimamente scarseggiano nelle loro casse.


Sia come sia, nell’attesa,  preferisco ancora vedere ET e fantasticare guardando le stelle.   

giovedì 23 luglio 2015

METEOCALDO


Uffa che caldo!! Ma è possibile che quest’afa non accenna a diminuire? Ho perso il conteggio dei giorni. Non guardo più neanche le previsioni del tempo, tanto il quadro della situazione è sempre lo stesso, anticiclone da una parte e onda di caldo sahariano dall’altra. Anche le icone delle “app” dei nostri cellulari  hanno sempre la stessa immagine: sole, sole e ancora sole.

Premetto che è normale sentire caldo in estate, ma è altrettanto naturale urlare al mondo il proprio sfogo quando, costretti in un ufficio del settimo piano di un anonimo grattacielo, privo di aria condizionata e con l’unico ascensore fuori servizio, hai davanti una finestra che ti induce a guardare le persone che si godono l’estate .

Perché prendo le ferie nel periodo sbagliato? E dire che i programmi li ho fatti per tempo, scientemente. Quest’anno mai più a Luglio, non voglio ripetere un'estate con la pioggia come l’anno scorso, quest’anno le ferie ad Agosto!! Sic. E’ una situazione che mi destabilizza, mi spiazza. E il prossimo anno che mese scelgo?

La verità è che, come dicevano i nonni, non ci sono più le stagioni di una volta. Si andava in vacanza senza guardare le previsioni, si ignoravano gli anticicloni, le isobare, i cumulonembi e si partiva. Via! Lontano dal nostro quotidiano, felici di affrontare il “nuovo” e tutto il suo contorno. Cosa ci importava della calura o della pioggerellina improvvisa? Eravamo in vacanza, spensierati e felici.

Oggi, invece, ce la portiamo appresso la nostra “routine”. Devo partire? Quando? Aspetta un po’ che guardo sul tablet come sarà il tempo nella tale località dal 15 al 21.. così mi regolo. Ma cosa ti regoli? Dov’è finita la spensieratezza dei viaggi, il gusto della sorpresa. No!!! oggi siamo tutti meteorologi, climatologi, oceanografi, ogni circostanza è vagliata e spiegata in ogni minimo dettaglio.
Sei sulla riva del mare e ammiri l’orizzonte?  Magari pensi: tra poco prendo le pinne e la maschera a vado ad esplorare questa splendida distesa azzurra e piatta? Niente da fare. Si materializza dal nulla il tecnologico di turno che muore dalla voglia di dirti:

”vedi ora il vento soffia come Ostro ma tra le 12 e le 12,30 gira a ponente per cui il mare si incresperà e arriveranno le onde””.

Ora chi cazzo te l’ha chiesto? Perché rovinarmi la sorpresa? E’ automatico: la maschera e le pinne come d’incanto svaniscono….

“O se è per questo è meglio qualche onda ora che la bufera che ci aspetta domani…lo sai? Un flusso di aria fredda si insinuerà ad alta quota e porterà pioggia e grandine proprio alle nostre latitudini. Ti consiglio l’ombrello per domani””.

Cosa fareste voi in queste circostanze? Io una mezza idea ce l’ho!

Inutile, oramai siamo schiavi delle certezze, Nostradamus ci fa un baffo, il futuro non esiste, è già a disposizione. No, io non mi arrendo, al diavolo le app e le previsioni del tempo, preferisco guardare la finestra di questo caldo ufficio e aspettare “l’imponderabile” delle mie ferie di agosto…buco dell’ozono permettendo.

mercoledì 18 marzo 2015

RIFORMA P.A. SENZA PAROLE. Della serie: con una mano risparmio e con l'altra sperpero.


La politica non smetterà mai di stupirmi. Trovo “curioso” il programma del Governo nazionale, a guida PD, che, coerente con i propositi di risparmio sui costi dello Stato,  annuncia, nell’ambito dei provvedimenti della Riforma della P.A., la dismissione della Guardia Forestale, con conseguenti consistenti risparmi (....troppi 5 corpi di polizia), mentre in periferia, vedi Sardegna, i giornali locali mettono in risalto la proposta di Legge di PD e SEL che prevede la  “professionalizzazione”  di  5300 volontari per la creazione della “nuova” forza di polizia dei BARRACELLI. Ditemi che sto sognando.
Vedere per credere.