domenica 21 settembre 2014

Ma pinocchio non era toscano?!



Andiamo con ordine: qualche tempo fa, un manipolo di “professori” (spalleggiati dai media e da larga parte degli attuali schieramenti politici), nelle aule del Parlamento, a colpi di fiducia, hanno battuto cassa più di una volta nelle tasche di noi italiani, intravedendo, alla fine del loro percorso, la famosa “luce in fondo al tunnel”.
Emblematiche le lacrimucce pre-stangata di qualche ministro “professoressa” prima del varo della riforma (l’ennesima) delle pensioni che avrebbe comunque, a suo dire, diminuito il peso del nostro debito pubblico.
Conclusione: siamo ancora nel tunnel e il termine “esodato” è diventato parte del linguaggio comune.

Lo spread da 500 scivola a 200 punti.

Altro governo, questa volta di “larghe intese” (come se quello precedente fosse monocolore!!!)  ma col solito copione: si varano ancora altre stangate però si fa dell’altro:
si cambiano i nomi alle imposte ad esempio, (ricordate l’abolizione dell’IMU sulla prima casa? In realtà viene sostituita dalla Service Tax che avrebbe dovuto inglobare la Tares, ex Tarsu e ora si chiama IUC e incorpora anche la TASI);
qualche Ministro scivola sulla buccia di banana di qualche inchiesta della magistratura (ma è prassi comune ormai);
qualcun altro litiga con la collega di colore definendola orango;
si varano una serie di decreti dai nomi accattivanti: il “Decreto del Fare”, il “Salva Roma”, il  “Milleproroghe”, il “Destinazione Italia”.
Al solito si parte con i buoni propositi (restituzione del debito della Pubblica Amministrazione alle imprese creditrici, l’abolizione delle Province, disegni di legge per facilitare l’impiego dei giovani) ma nella sostanza non arriva alcuna “boccata d’aria fresca” e si continuano a toccare le tasche agli italiani.

Lo spread da 200 scivola a 160 punti.

Poi arrivano i tweet subliminali della serie “….stai sereno” e pluff, dopo circa 300 giorni, cade anche questo governo.
Indovinate un po’? Ne fanno un altro …U G U A L E.. cambia qualche volto ma anche questo lo etichettano come: “figlio di larghe intese” (lo so…qualcuno avrebbe detto diversamente).
Comunque la vera novità è LUI. L’imbonitore, chiamato così per via della sua dialettica fluente e accattivante, uno che da del “tu” al giaguaro (per intenderci).

Uno giovane, uno di quelli che sanno usare lo smartphone, sanno inviare foto con instagram e sanno far arrivare messaggi con i tweet, uno che parla con tutti ….più che altro parla, anzi, parla tanto e promette. Accidenti se promette e che promesse!!

Questa estate, ad esempio, tra i vari provvedimenti “sussurrati” ha inserito quello che prevede la misura del pagamento con le carte di credito per tutti gli esercenti al fine di disincentivare il “nero” facendo leva sulla tracciabilità dei pagamenti.

Ma era un provvedimento, un invito o cosa? Tutti ci siamo accorti di non aver visto tra le righe la parolina “obbligo” seguita da “sanzione per l’inosservanza”. E poi, parliamoci chiaro, un provvedimento del genere avrebbe dovuto essere accompagnato da accordi con il sistema interbancario per abbassare i costi di servizio dei POS. E invece? Solo annunci giornalistici in una semi-calda estate ormai passata. 

Oppure ricordate la promessa dell’accelerazione del saldo dei debiti della P.A.? Nella trasmissione televisiva “Porta a Porta” il nostro premier aveva promesso di sbloccarli entro il 21 settembre (guarda un po’ San Matteo) scommettendo addirittura con il giornalista Vespa il quale, come penitenza “per aver osato dubitare”, avrebbe dovuto fare un pellegrinaggio a piedi da Firenze al monte Senario.
Ebbene oggi è San Matteo e con buona pace di Vespa, ci sono ancora un’infinità di imprese che aspettano i loro crediti e poco importa se qualcuna nel frattempo fallisce.

Eppure il nostro iper-attivo e loquace primo ministro, dispensa ottimismo da tutti i pori (perché mi ricorda un noto personaggio milanese?) 

indicando un’imminente ripresa nel 2015 tanto da spingerlo a promettere tempi certi sull’emanazione di tutta una serie di riforme (ancora?!) che dovrebbero sollevare la nostra Nazione.
Non solo!!! per avvalorare le sue tesi, si spinge a promettere “tempi certi” per realizzare i suoi propositi.
Siamo passati dai “100 giorni”, promessi all’atto del suo insediamento, ai “passo dopo passo”, ora trasformati in “1000 giorni”. (Certo sarebbe interessante conoscere il giorno dal quale iniziare il countdown).

E dire che la potente BCE del nostro connazionale DRAGHI, ce l’ha messa tutta per aiutarlo, fornendo alle banche fondi con costi vicino allo zero pur di incentivare l’aumento della liquidità alle imprese attraverso il credito bancario.
Ma le banche, specialmente quelle italiane, “fanno orecchie da mercante” e decidono, per il momento, di non richiedere ulteriore liquidità perché, guarda un po’, non si “fidano” delle imprese.

E che dire, infine, dell’Istituto Nazionale di Statistica che ha intenzione di inserire i proventi illegali della criminalità nel calcolo per la quantificazione del nostro PIL.
Non c’è che dire, si fa di tutto per aiutare qualcuno in difficoltà, tanto da correre il rischio di sfiorare il ridicolo se è vero che l’ISTAT, per questa originale trovata, è risultato vincitore  l’IgNOBEL 2014 per l’economia, un riconoscimento dato dalla Rivista americana “Annales of Improbable Research” che annualmente premia "le ricerche più bizzarre e improbabili".

Insomma, cambiano i governi ma siamo sempre allo stesso punto, quello dei pagamenti. Quelli sì certi. Tra tasse scolastiche, IUC e bollette varie, l’italiano medio continua a pagare, (anche quelli che usufruiscono di 80 euro come surplus). 

Come se non bastasse, l’Ocse, le Agenzie di rating, la Confindustria, la Confcommercio, i soliti economisti, lo stesso Ministro dell’Economia, all’unisono recitano: l’Italia è ancora in recessione”. (Ma va?)
Anche il Fondo Monetario Internazionale, per bocca della potente signora Christine Lagarde, è pessimista sulla ripresa economica della nostra Nazionale se non si mette mano alle pensioni (ancora?).

Lo spread da 160 scivola a 140 punti.

Eppure in questo fosco quadro, stando ai nostri carissimi media (che sfornano tabelle con indici di gradimento come se piovesse), gli italiani pensano ancora positivo aggrappandosi alla voglia di fare del primo ministro che con la sua costante presenza infonde fiducia e promesse.
Sarà ma a me viene un sospetto. Non è che il primo ministro e i suoi seguaci tendono a nascondere la polvere sotto al tappeto tappando le falle con le promesse? Perché se è cosi c’è poco da star allegri, oppure, come è auspicabile, c’è un problema di comunicazione tra le varie parti in causa?
Io non sono certo un esperto, ma da uomo della strada credo che se si vuole cambiare il mondo del lavoro, dell’economia, della pubblica amministrazione, della giustizia ecc. non è che ci si siede al tavolo tra pochi amici e se ne incarica uno (l’esperto) per scrivere le riforme come fossero dei libri. 
E poi non puoi pretendere di proporli tout court con un “prendere o lasciare” senza prima averne discusso con i vari attori interessati.
Capisco che il metodo che si sta cercando di attuare prevede tempi brevi e certi perché “…è l’Europa che ce lo chiede”, ma non siamo in un’azienda (l’analogismo con quel noto personaggio milanese continua a perseguitarmi!!), 

qui si tratta di una Nazione con un’infinità di problemi che attende da anni di vederli risolti.
Ed è proprio l’ottusità di non voler “ascoltare” la controparte politica, le parti sociali, gli attori interessati che frena questo Paese. E’ una malattia che infetta da troppo tempo chi assume le leve dei comandi e che ci porta a questo stato di cose.
Paradossalmente è il voler dimostrare ai propri seguaci che si può fare di tutto, di più e meglio rispetto al predecessore che ci ha portato, negli anni, a sfornare obbrobri di riforme che prevaricano e sostituiscono le preesistenti perché create dalla controparte e, quindi, inutili a prescindere. (Illuminate è l’esempio della scuola). E’ questo ottuso modo di ragionare che ci sta portando al baratro.

Una volta tanto, cari politici, per il bene di questa nazione e dei nostri figli, smettetela di guardare nei vostri orticelli, al vostro elettorato, di obbedire alle lobby bancarie europee e “provate” ad affrontate i problemi, almeno uno per volta, ascoltando le parti in causa, possibilmente immedesimandovi quanto più possibile nelle realtà che intendete modificare e poi, dico poi, prendete una decisione, questa volta, si, definitiva e ponetela al centro delle scelte del Parlamento, che, fino a prova contraria ci rappresenta, altrimenti si rischia di essere etichettato come “inesperto”, “autoritario” e “malato di protagonismo” e magari non è certo questa l’intenzione.

P.S.: Ho cercato di mettere tutto in un tweet ma mi si dice che ho usato troppi caratteri.




venerdì 19 settembre 2014

Basta con le etichette british. A tavola con gusto e intelligenza.

Qualche tempo fa mi sono occupato dell’etichettatura dei cibi in vendita nei Paesi del Nord Europa ed in particolare di quelli riportanti il cosiddetto “bollino semaforico”, http://parsifran.blogspot.it/2013/12/bollino-tavola-molto-british.htm in origine un fenomeno del tutto inglese, ma poi esteso ad altri Paesi della stessa area geografica.

In breve le legislazioni di questi Stati (tra cui l’Olanda, la Scandinavia e, appunto, il Regno Unito) hanno imposto alle industrie di generi alimentari e della distribuzione l’obbligo di etichettare preventivamente i cibi con queste particolari etichette così da permettere al consumatore “nord-europeo” di valutare, in un batter d’occhio,  se il cibo che si sta scegliendo sia ricco, ad esempio, di zuccheri oppure di grassi piuttosto che di sale.

All’epoca avevo paventato, ma non solo io, che dietro la giustificazione di natura salutistica si celasse, in realtà,  una sotterranea guerra di natura commerciale tesa a indebolire le economie di quei paesi del Sud Europa (tra cui la nostra Italia) produttori di eccellenze in campo alimentare e di conseguenza rafforzare il consumo dei loro prodotti interni, altrimenti soccombenti.

Ritengo sia superfluo ribadire l’assoluta “parzialità” dell’etichettatura attraverso l’uso dei colori rosso, giallo e verde (appunto come un semaforo) per indicare, ad esempio, il contenuto dei grassi in una bottiglia di olio extravergine d’oliva, come del sale in un ottimo prosciutto crudo.

Ora qualcosa deve essersi mossa se è vero che alcuni Paesi dell’area Mediterranea dell’Unione Europea hanno deciso (finalmente) di far sentire le proprie rimostranze, contro questa pseudo barriera commerciale innalzata a forza di etichette che nulla hanno a che vedere con la difesa della salute del consumatore.  

L’uso di queste etichette induce a pensare più di “pancia” (per restare in tema) che di testa, è fuorviante appiccicare un bollino rosso ad una boccetta di ottimo aceto balsamico di Modena solo per il quantitativo di zuccheri contenuti; è logico che il consumatore distratto davanti allo scaffale preferisca un anonimo aceto di vino etichettato con un bollino verde piuttosto che un prodotto di eccellenza.         

Finalmente è di questi giorni la notizia che la Commissione Europea ha deciso di avviare una procedura d’infrazione nei confronti dei Paesi che utilizzano questo assurdo bollino semaforico, in primis il Regno Unito. Firmatari del provvedimento 18 Paesi UE tra cui l’Italia.

E’ innegabile come la produzione agroalimentare Made in Italy, per la sua diversità, originalità, genuinità ed eccellenza sia oggetto di desiderio di aziende straniere (ormai tese, soprattutto in questo difficile momento economico, ad acquisire partecipazioni societarie dei nostri marchi alimentari, con conseguenti delocalizzazione di produzioni ed uso di materie prime differenti) o vittima molto spesso di contraffazioni.

Almeno su questo fronte, cari politici e cari media, facciamo sentire le nostre ragioni, non solo attraverso la minaccia di infrazioni ma educando i consumatori, tutti i consumatori, compresi quelli del Regno Unito e dintorni, a far comprendere loro che non basta un bollino colorato per tutelare la propria salute se non migliorano la loro conoscenza alimentare e non curano un perfetto stile di vita.    

domenica 7 settembre 2014

COROLLARIO DI EVENTI NON PROPRIO FELICI CHE VORRESTE AUGURARE AL VOSTRO CAPO

Una delle infinite probabilità che il nostro vivere quotidiano può (purtroppo) riservarci è la possibilità di incrociare persone che, sfruttando la loro posizione dominante (in campo lavorativo, sociale, sportivo, politico ecc.) possono rendere le nostre giornate un inferno o comunque degne di “non” essere ricordate, specialmente in questo particolare periodo post feriale.
Tali individui, spesso arroganti, a volte caratterizzati da grettezza d’animo e approfondita ignoranza, facendo leva sul loro “status”, hanno la capacità di suscitare, nei confronti dei malcapitati, (volgarmente chiamati, “impiegati”, “dipendenti”, “collaboratori”, “sottoposti”, “statali” ecc.), profondi sentimenti di rivalsa e persistenti note di biasimo, molto spesso immaginifiche di situazioni connotate da una discreta voglia di vendetta.     
Naturalmente non mi riferisco alle vittime di “stalking” o ad altri tipi di maltrattamento più o meno gravi, (la cui analisi richiederebbe un’approfondita preparazione di natura antropologica, psicologica, sociologica e legale, che personalmente non posseggo) né, tantomeno, intendo passare per assertore dell’assioma: il “capo è stronzo a prescindere”. Ho voluto, soltanto “caricaturare” coloro che, avendo un gradino più alto di responsabilità, credono di nascondere la loro inferiorità intellettuale trincerandosi dietro la loro posizione privilegiata (non ammettendo errori di sorta e comunque negando qualsiasi interlocuzione altrimenti considerata “ricatto”) e, nel contempo, perorare la causa di quelle persone che, per indole, autocontrollo o, più ragionevolmente, per educazione e “sopravvivenza”, riescono con tanta fatica a far rientrare nell’alveo dei desideri indicibili ciò che realmente pensano di questa gente con la quale, loro malgrado, sono costretti a convivere.   
L’intento è quindi quello di esorcizzare questo istinto di “ribellione” e “cattiveria”, (anche e soprattutto per evitare spiacevoli situazioni di dissidio nei rapporti interpersonali altrimenti irrecuperabili),  creando un ipotetico elenco di desideri indicibili, aperto anche ad eventuali ulteriori contributi esterni. Ovviamente, essendo un uomo, ho immaginato l’E.S. (Essere Supremo) appartenente al genere dei maschietti, magari appassionato di politica e sofferente di onnipotenza,  ma è facilmente modificabile a seconda delle esigenze.      
In tal senso ho cercato di rendere visibili questi desideri formulando una semplice domanda: Cosa vorremmo augurare al nostro piccolo “Essere Supremo” quando, con la sua innata facilità riesce a far “girare” il verso della nostra giornata, e non solo quella, da brillante e positiva a cattiva e deprimente?  Le tante risposte che ho raccolto da un piccolo campione di amici e colleghi sono variegate.
Queste sono quelle che, per motivi di spazio, ho ritenuto degne di essere elencate e condivise:       
patire un improvviso e fastidiosissimo prurito sotto la pianta dei piedi mentre sei sul palco ed illustri ad una platea di gente importante, che ti guarda ed ascolta in religioso silenzio, la relazione sull’andamento aziendale;
controllare tutto dall’alto della tua mega scrivania, facendoti passare per responsabile super oberato di  lavoro, mentre azioni, involontariamente, il volume del tuo p.c. al massimo durante la visione di un porno;

subire un improvviso bisogno di fare pipì durante la tua prima cena galante con la tua Lei e non riuscire più a resistere allo stimolo mentre, dopo tanto corteggiamento, decide di confidarti il suo segreto più recondito;  
riuscire, comunque, con una scusa plausibile ad andare in bagno e accorgerti che ce ne sono quattro in fila prima di te;
a mali estremi trovare, nonostante tutto, un angolino nascosto nel giardino e accorgerti che la lampo del pantalone è incastrata;
da fumatore incallito, quale sei, essere capace di sgattaiolare attraverso un’uscita secondaria da una importante riunione, in corso da ore, per assaporare una sigaretta ed accorgerti che l’accendino non funziona;
un improvviso e violento starnuto mentre sorseggi lo spumante servito per il 1° compleanno della figlia  del Capo Supremo inondando gli invitati di vino e bollicine, tra cui il vestito nuovo e preferito della moglie del Capo Supremo;
confidare ad una persona appena conosciuta durante una festa privata che la casa è arredata in modo pacchiano e priva di stile e scoprire che l’interlocutore è il proprietario;
riuscire ad invitare, dopo un lungo corteggiamento, la Lei dei tuoi sogni ad una serata al cinema per la visione di un thriller e, mentre il tuo braccio si poggia timidamente sulla sua schiena, subire un attacco improvviso di flatulenza proprio durante la scena del film in cui il volume si abbassa repentinamente;
entrare in un locale alla moda e accorgerti di aver pestato l’escremento di un cane con problemi intestinali quando noti che tutti ti evitano;
uscire dal locale alla moda e cercare di liberarti del fardello maleodorante utilizzando il tappetino di ingresso di un locale vicino e accorgerti, dopo due tre strisciate,  che il proprietario, un omone di 2 metri per di 100 kg di peso, noto per la sua permalosità,  è dietro alle tue spalle ad osservarti;
leggere il giornale ad alta voce in ufficio credendo che il titolo: “Razzi su Israele” si riferisca al noto parlamentare che ha da ridire anche sulla politica estera;            
diventare l’involontario bersaglio degli escrementi corrosivi di un gabbiano nottambulo con problemi gastrici, appena scendi dall’auto in smoking per assistere alla “prima” teatrale della stagione;
intervenire, senza essere invitato,  nella discussione tra colleghi che parlano di gechi (lucertoline notturne) rendendoti disponibile a partecipare ad un eventuale colletta di sostegno per aiutare eventuali associazioni di non vedenti.
Come si legge il corollario augurale di eventi non proprio felici è vasto e variegato e potrebbe proseguire all’infinito, pertanto mi fermo qui, non senza aver ringraziato i soliti amici per la squisita collaborazione. 
P.S.: Esiste una recondita possibilità che la redazione di questo post sia figlia di una qualche momentanea irritazione nei confronti di qualcuno o qualcosa, nondimeno mi corre l’obbligo di sottolineare che: “ogni riferimento a persone, cose e/o situazioni è volutamente casuale”.