venerdì 20 giugno 2014

Esternalizziamo il superfluo interno


Dal Giappone arriva il “Washlet” un water che funge da bidet ma che assolve anche ad una miriade di altre funzioni. A dire il vero è dal 1980 che gli eredi dei samurai adottano questo particolare strumento; chi ha avuto la fortuna di visitare quella nazione ha notato la presenza di questo arredo in quasi tutti gli alberghi.

Non si tratta quindi di una novità assoluta ma la sua presenza in Europa, al momento molto discreta, rischia di stravolgere la nostra quotidianità. La fantasia degli scienziati dagli occhi a mandorla si è scatenata.
Si tratta all’apparenza di un normale water al quale però sono stati applicati una serie di sensori e accessori; una volta entrati in bagno “ci accoglie” alzando dolcemente il coperchio, e già qui avrei qualcosa da dire, per esempio se volessi entrare in bagno per lavarmi il viso o per guardarmi allo specchio o per qualsiasi altro motivo, perché dovrei accogliere l’invito a sedermi sul water? Perché di invito si tratta o no?  Ve lo immaginate un ospite che soffre di stitichezza che entra nel vostro bagno per lavarsi le mani?  Il poveretto si troverebbe un water che si apre automaticamente!? Non è carino!! Sembra quasi una presa per il c….(giustappunto)!

Ma continuiamo ad esplorare questo fantastico strumento. La tavoletta è munita di sensori che misurano la temperatura dell’ambiente e conseguentemente scelgono il grado di calore ideale per la seduta, (fresca d’estate e calda d’inverno). Sfiorando un semplice tasto è possibile diffondere nell’ambiente gradevoli  profumi, ascoltare musica o, se preferite, diffondere suoni stimolanti, (l’infrangersi del mare sulle rocce, il rumore di un ruscello, il ticchettìo della pioggia).
Ma non finisce qui, ogni particolare esigenza potrà essere memorizzata e personalizzata per ciascun membro della famiglia; grazie a sensibilissimi dispositivi ciascun componente sarà riconosciuto attraverso la misurazione del peso corporeo e, pensate un po’, delle dimensioni del “posteriore”. Come a dire: a ciascun “deretano”… il suo personale “bisogno”.
Ma cosa accade una volta terminata la “seduta”? All’interno della tazza, a pochi centimetri dal nostro posteriore, (la distanza ovviamente viene calcolata automaticamente da un microchip), si materializza, accompagnato da un semplice click, un piccolo braccio mobile con un terminale munito di una serie di ugelli direzionabili che, indirizzando il flusso dell’acqua nelle giuste “zone”, garantisce la nostra igiene intima. Naturalmente è possibile scegliere sia la temperatura che la modalità di uscita dell’acqua:  potente,  oscillante o massaggiante, a seconda dei gusti e poi, (e qui viene il bello) sempre stando seduti, un gradevole flusso d’aria, con annessa profumazione a scelta, provvederà ad asciugarci, mandando così in pensione la vecchia e cara carta igienica.

A questo punto, con il sederino asciutto e profumato, ci si può alzare e affrontare la giornata. Ma non è finita qui perché, appena usciti dal bagno, il coperchio del Washlet  si chiude dolcemente attivando l’ultimo meccanismo infernale : il “Tornado Flush” un sistema innovativo (ma guarda un po’!) che utilizzando un terzo della quantità d’acqua normalmente usata dai comuni water, attraverso ulteriori ugelli, dotati al proprio interno di speciali alette, creano potenti flussi di acqua capaci di formare una serie di turbinii sulle pareti provvedendo così alla pulizia e all’igienizzazione del water.
Personalmente alcune cose mi lasciano perplesso, una su tutte, ma se volessi fare la pipì cosa succederebbe?

Ricordate quando da piccoli immaginavamo il futuro? Si pensava alle auto volanti, al teletrasporto, ad astronavi capaci di oltrepassare la barriera del tempo … chi poteva immaginare il water come uno simboli della tecnologia innovativa. Adesso ci siamo, il futuro è oggi, scordiamoci l’espressione “vado a fare la popò” adesso si dice “vado ad esternalizzare il superfluo interno”, la semantica se ne farà una ragione.      

                   

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