martedì 18 marzo 2014

DEDICATO A GENOVA

Non molto tempo fa ho dedicato un post alla mia amata Genova e alla sua meravigliosa gente dal titolo "Genova per noi." Voleva essere una ringraziamento ed insieme una carezza ad una città che mi ha accolto come un figlio e regalato indimenticabili momenti . Oggi che la "Superba" è balzata agli onori della cronaca per essere stata ferita dai capricci della natura ma soprattutto sfregiata dall'incuria della solita cricca di incompetenti e cattivi amministratori, oggi che i suoi figli piangono per la perdita delle loro attività, dei frutti dei loro sacrifici, delle loro case, oggi che la  rassegnazione e la rabbia sono sentimenti univoci e inscindibili, oggi più che mai sento il bisogno di stare accanto alla mia Genova ed è per questo che ripropongo e dedico alla città il mio vecchio post nella convinzione che presto i veri "zeneisi" riusciranno a rialzarsi da questo ennesimo triste evento, senza aspettare le solite promesse che i nostri politici sono soliti annunciare. 

Genova per noi........
   
Genova al mattino è una striscia di fugàssa accanto al cappuccino; è il via vai dei bus pieni di studenti e impiegati che animano Brignole; è via San Vincenzo che sonnacchiosa apre le serrande dei suoi bar; è la stretta discesa di vico Casana che ti accoglie al suo interno avvolgendoti in un misto di profumi di caffè e briosce e che ti accompagna fino in fondo per poi  sorprenderti, inaspettatamente, con l’odore forte e acre dei fumi  provenienti da una tripperia; 

è il ventre dei carruggi ancora semivuoti  prigionieri delle ombre mattutine e dell’umidità del selciato bagnato col sapone dalle commesse  che attende quello spicchio di sole che riesce a insinuarsi, chissà come, tra i mille tetti di ardesia; sono le nicchie che racchiudono le madonne poste sugli angoli delle “creuze”; è via XX Settembre con i suoi archi e i suoi palazzi che fanno da damigelle al ponte Monumentale, spesso teatro di insani gesti.
Genova di giorno è il pullulare dei motorini, è il via vai degli autobus, è il gioco dell’acqua della grande fontana di Piazza de Ferrari, è l’elegante e severo Palazzo della Borsa con i suoi colonnati  ad arco e i suoi marmi calpestati dal continuo passaggio di persone che vanno sempre di fretta con le loro borse apparentemente piene di documenti; è l’austera ed elegante Galleria Mazzini,
con il suo lucente pavimento, i suoi bellissimi lampadari, le sue volte di vetro e i fieri grifoni in ghisa posti a guardia sui due lati; è il “mugugnare” su tutto che fuoriesce dai negozi, dalle edicole e dai bar; è il bianco e il nero dei marmi della Cattedrale di San Lorenzo, sempre méta di chiassose scolaresche o di processioni di attempati turisti sbracati dalle grandi navi e provenienti da chissà dove; è il ritrovarsi “alla mezza” per gustare l’aperitivo; Genova è il mare che ti circonda con i suoi colori; 
è Boccadasse che baciata dal sole mostra i suoi cangianti colori; è Corso Italia di domenica con le sue austere ville e la sua lunghissima passeggiata pullulante di gente, di passeggini, di coni gelato e di venditori ambulanti di palloncini colorati; è lo scirocco che porta la "maccaja” che copre per metà la vecchia “Lanterna”; è un piatto di trenette al pesto, è il suono della sirena di una nave che arriva in Porto, è il verde del basilico (baxaico’), è un vecchio camallo in pensione che aspetta il suo gotto de gianco con un piattino di frisceu sul bancone di un bar di via Sottoripa. Zena è un pullulare di luci, colori, sapori e profumi che invade i miei ricordi, è un’esplosione di sensazioni, è la lacrima che con pudore scivola sulle guance di chi, allontanandosi, vi ha lasciato il cuore.   
               

          

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