mercoledì 25 dicembre 2013

Libagioni... idee in scatola!



La crisi economica che attraversa  il nostro Paese e gran parte del sud-Europa è ormai un fatto incontrovertibile. Non c’è giorno in cui i media non ci informano, statistiche alla mano, sul pericolo povertà a cui tutti siamo esposti. 
Le tv, sature di pseudo economisti che giornalmente propongono ricette su come uscire da questa crisi, propinano statistiche, numeri e riforme che modificano quelle già proposte da altri “santoni”, a loro volta rinnovatori di precedenti rivoluzioni messe in atto in anni precedenti. Insomma tutto questo bailamme di trasformazioni ha creato incertezza e fatto innalzare quella cappa di apprensione e paura che ha tolto fiducia nel domani. 
Il risultato lo vediamo nella vita di tutti i giorni, file di persone sempre più lunghe che aspettano davanti alle mense della Caritas, pensionati che si aggirano tra i cassonetti della spazzatura dei mercati in cerca di qualcosa da mangiare, autovetture parcheggiate negli angoli bui delle città trasformate in camere da letto.  

E intanto c’è chi “grida” che la luce in fondo a questo stramaledetto “tunnel” si comincia a intravedere, anche se non si sa bene se è la luce della fine o quella di un treno lontano che sta per investirci.
Nonostante ciò il mondo gira lo stesso e il consumismo imperversa tanto che sull’altro versante del globo, ad Adelaide, in Australia, un collettivo artistico, chiamato “The Glue Society” ha pensato bene di creare, in occasione del “Festival delle idee”, un negozio di frutta e verdura ”marce” senza nessuno all’interno. Per 4 giorni chiunque poteva vedere i prodotti andare a male dalle finestre della bottega.

L’idea è nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’enorme speco di cibo e per responsabilizzarla a porre più attenzione sull’inutile quantità di acquisti (evidente conseguenza di una ormai radicata mentalità consumistica).
Naturalmente non sono mancate le critiche per il deprecabile “spreco” di frutta e verdura utilizzate, un metodo di protesta, a detta di alcuni (fortunatamente pochi), ingiustificabile e contrario allo scopo che si voleva perseguire.
Giudizi più aspri sono piovuti però dall’altra parte della terra e più esattamente da Tokio dove un certo signor Masahiko Naganuma, in arte“Cornman”, ha stigmatizzato  questa idea trovandola delittuosa. Ma chi è Cornman?
Cornman è un “curioso” signore che ama girare per la città del sol levante con la verdura al guinzaglio. Si…. avete capito bene, al posto del cagnolino, lui ama legare il collare a un bel ciuffo di insalata o sedano dando loro anche un nome, (billy, ciuffy, pluto). Ovviamente  i soliti “colti” vedono in questo comportamento messaggi assai profondi, come l’invito a prestare attenzione al mondo vegetale - fatto di organismi intelligenti – (radici delle piante che contengono cellule con caratteristiche del tutto simili ai neuroni oppure piante che comunicano tra loro un eventuale pericolo attraverso l’emissione di gas). 
Il tutto viene sconfessato dallo stesso Cornman il quale in un intervista ha candidamente ammesso di essere stato ispirato da un turista (forse matto!?) che qualche anno prima aveva fatto la stessa cosa. C’è da dire, però, che alla fine le verdure non tornano alla cuccia ma vengono tagliate e cucinate. A questo proposito il signor Masahiko assicura che il legame creato dalle passeggiate le rende alquanto gustose.
Per restare in tema di lotta allo spreco alimentare, ci spostiamo in Inghilterra dove il designer Chris Godfrey ha ideato una lattina contenente 12 portate schiacciate al suo interno.In tempi di magra come questi, avrà pensato, come risolvere il problema delle tradizionali e sontuose libagioni natalizie o di fine anno evitando gli sprechi e l’ansia dei preparativi? Semplice, inserendo in una lattina tutte le portate (dal primo alla frutta) e al momento opportuno servirle sul piatto ai commensali risparmiando così di sporcare la cucina. Geniale!!! L’idea è stata battezzata dallo stesso autore “All in one”, tutto in uno, e le portate non sono mica da buttare: 
selezione di formaggi locali con pane a lievitazione naturale
manzo di kobe sottaceto con fragole scottate
ravioli di ricotta con tuorlo d'uovo
funghi shitake con peperoni ripieni
carne di halibut affogata in burro di tartufo in crepe di cocco
risotto all'aglio selvatico, prosciutto e parmigiano
zuppa francese di cipolle con timo e gruviera
pancetta arrosto con purè di sedano rapa
succo di pera e zenzero
lombata di manzo con verdura grigliata e mostarda
torta con gelato e biscotto di vaniglia
dolce Canelè con orzo e latte di noccioline

il tutto, rigorosamente in quest'ordine, preferibilmente accompagnato da un buon vino (non incluso in lattina) liberamente scelto da chi propone il menù. 

Resta da capire se il gusto incontrerà il piacere di chi mangia dato che un tale assortimento di alimenti avrà inevitabilmente ripercussioni sul palato. Probabilmente l’idea di Godfrey rimarrà tale ma potrebbe dare il là ad una nuova generazione di lattine multigusto.

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