lunedì 4 novembre 2013

Olio e parassiti



Uno dei  baluardi del nostro sistema agricolo, il preziosissimo olio d’oliva, è a forte rischio. Non bastassero le grigie notizie che la crisi economica ci propina giornalmente, ecco che arriva uno scossone dalla Puglia che potrebbe, potenzialmente, mettere in ginocchio il nostro prezioso oro liquido e tutto il sistema produttivo che vi gravita attorno.

Sembra che un batterio killer, altamente contagioso, la xilella fastidiosa (già il nome è tutto un programma) abbia intaccato alcune piante d’ulivo nella penisola Salentina (rinomata terra per i suoi magnifici prodotti tra cui il vino e, appunto, l’olio).
Per la pianta le conseguenze sono drammatiche, il fogliame si ingiallisce precocemente, le foglie si accartocciano e in poco tempo subentra la morte. Ciò che resta, ed è questa la drammaticità della situazione, diventa infestante per gli alberi accanto. Conclusione: la pianta contagiata e quelle ad essa vicine devono essere abbattute.     

Non sono ben chiare le “origini” di questo disastro, sinora circoscritto alla sola porzione di quel territorio, ma per quanto riguarda la “causa” i sospetti sembrano convergere verso alcuni parassiti, tra cui la cicalina, che comportandosi da vettore, inietta il batterio tramite le punture che effettua nelle piante per nutrirsi.

Ora senza voler fare allarmismo, visto che le notizie cominciano a circolare anche in ambienti esterni a quello agroalimentare, si spera che le autorità sanitarie regionali, debitamente allarmate e sicuramente in azione, pongano in fretta la questione al centro dell’attenzione nazionale, sollecitando soluzioni incisive e soprattutto celeri affinché il fenomeno venga circoscritto e si mettano in atto politiche di prevenzione chiedendo aiuto   anche all’Unione Europea.

D’altronde visti gli innumerevoli problemi occupazionali che tormentano quella parte d’Italia, già sfortunata per appartenenza geografica, sarebbe un delitto a dir poco aberrante affidarsi al solito mobilismo di facciata; per restare alla terminologia meridionale: “non facite ammuina”!!

La notizia che ho trattato vuole essere un modestissimo contributo alla rapida soluzione del problema, un piccolo campanello d’allarme il cui suono, spero, possa arrivare, attraverso un tam tam internauta, ad orecchie che possano sentire così da tutelare il nostro olio. Difendiamolo in tutti i modi visto che uno dei pochi gioielli rimasti e che il mondo ci invidia.  

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