sabato 16 novembre 2013

Salviamo l’isola di Budelli. Petizione o demagogia?



Ricevo da alcuni amici l’invito a divulgare la richiesta di partecipazione alla petizione promossa per evitare la vendita ad un privato dell’Isola di Budelli, situata nell’arcipelago della Maddalena in Sardegna.
Accolgo con piacere e spirito di servizio l’invito ed invio il link per partecipare a questa iniziativa.
 
http://chn.ge/HKSHad

Permettetemi però alcune considerazioni del tutto personali. Per i pochissimi che non conoscono la storia riepilogo brevemente i fatti.

L'isola di Budelli apparteneva dal 1984 ad un’immobiliare, la “Nuova Gallura Srl”,  composta da soci lombardi e svizzeri ed amministrata da un avvocato svizzero.
Col passare del tempo la situazione finanziaria pian piano precipita, i debiti aumentano e si arriva così all’epilogo del fallimento su istanza di due creditori della società.
Si procede quindi all’asta delle proprietà appartenenti all’immobiliare, tra cui, appunto, l’isola di Budelli.
Il 1° ottobre di quest’anno l’isola viene venduta all’asta giudiziaria dal Tribunale di Tempio Pausania; ad aggiudicarsela, per poco meno di tre milioni di euro ( 2 milioni e 944 mila euro), è l’amministratore delegato della Commonwealth Bank of Australia,  Michael Harte, che si è presentato come ambientalista convinto e sensibile alle istanze della popolazione locale.
Stando alle sue dichiarazioni, è coinvolto in diversi progetti di conservazione marina e terrestre in vari siti, sparsi nel mondo; ha acquistato l’isola con l'obiettivo di preservarne l'ecosistema con la promessa di sottoporre un preciso piano di conservazione del sito all'Ente Parco dell'Arcipelago della Maddalena.

Nonostante ciò, insorgono le varie associazioni ambientalistiche e lo stesso presidente dell’Ente Parco interessato, che, pur piacevolmente impressionato dalle idee e dai progetti avanzati dal banchiere neozelandese, (si parla di museo a cielo aperto,  di blue economy, di pontili e camminamenti eco compatibili affinché tutti possano beneficiare della bellezza offerta dall’isola ecc. ecc.) si riserva il diritto di prelazione sull’acquisto dell’isola da esercitare entro 90 giorni dalla stipula dell’acquisto (cioè entro l’8 gennaio 2014).
In sostanza buona parte dell’opinione pubblica vuole che sia lo Stato (attraverso il suo acquisto), e non un privato ad interessarsi dell’isola di Budelli. 
Si cozza però contro l’art. 138 della legge finanziaria dell’anno precedente, quella varata da Monti, secondo il quale nessun ente pubblico può acquistare immobili entro il 31 dicembre di quest’anno.
Bisognerebbe invalidare questo articolo o quantomeno ottenerne una deroga, in tal senso alcuni parlamentari presentano un emendamento.
Fin qui tutto bene. Ma analizziamo la situazione. Budelli è un’isola disabitata e per giunta inabitabile ed inavvicinabile. E’ sottoposta a ferrei vincoli ambientalistici previsti da leggi specifiche che non permettono alcuna alterazione paesaggistica o cementificazione (esiste solo la casetta del custode)!
Che sia bella è fuori discussione anzi è bellissima. Ma perché comprarla? Fino a ieri nessuno sollevava problemi, eppure era una proprietà privata, tra l’altro neanche sarda. E’ innegabile che piccoli paradisi come l’Isola di Budelli e la sua spiaggia rosa sono da considerare patrimoni da tutelare, ma che senso ha comprarla? Perché qualsiasi cosa da tutelare deve essere acquistata? Quante isole di Budelli devono essere acquistate dallo Stato per essere tutelate? (mi viene in mente l’isola di Santo Stefano di fronte a Ventotene, il paesino fantasma di Balestrino in Provincia di Savona e tanti altri). Ci vorrebbero risorse immani per “comprarle” e poi?
Credo piuttosto che la situazione debba essere vista da una prospettiva diversa. Se un privato, sia esso italiano o straniero, apporta capitali e idee orientate ad una maggiore visibilità e fruibilità di un sito, senza nulla togliere alla sua bellezza (tra l’altro impossibile proprio perché tutelato da vincoli paesaggistici) che male c’è? Si creerebbe un circuito virtuoso di turismo eco-ambientalista che non farebbe certo male. Parliamoci chiaro quanti dei nostri paradisi ambientali o patrimoni culturali, già in possesso dello Stato, sono tenuti nella giusta considerazione? Ricordate gli scavi di Pompei?  E’ dovuta intervenire l’U.E. con i suoi fondi per tutelare un degrado che il nostro Stato non è stato capace di evitare, nonostante ciò si continua con una lentezza esasperante nei lavori a dispetto dei continui crolli e i moniti dell’Unesco. Oppure, per restare in Sardegna, a pochi passi da Budelli, vogliamo ricordare lo scempio dell’isola della Maddalena per il mancato G8? Mega opere di cemento e vetro che hanno deturpato uno splendido angolo di paradiso lasciati lì a marcire. Non mi sembra ci siano state petizioni “nazionali” per evitare un ulteriore degrado, se non erro la pubblicità è data solo dalle inchieste aperte dalla magistratura. A volte una sana onestà intellettuale non guasterebbe!!
Non voglio fare polemica e capisco le titubanze e le paure della gente che, come me, ama le unicità e le bellezze del nostro Paese ma permettetemi di vedere in tutto ciò un pizzico di demagogia.   

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